Che il rispetto sia alla base dei rapporti fra le persone è evidente, come è evidente che le carenze siano mentali. La loro fobia è conforme a certe regole che escludono in parte o tutto prodotti animali e loro derivati (carne, pesce, latticini, uova, miele) è una scelta etico-filosofica di non facile interpretazione legata anche a stili di vita dove l'opulenza o la miseria giocano sulle convinzioni e scelte in contrapposizione con la nostra cultura onnivora, la più completa e bella del creato. Sono modelli dietetici asiatici e mediorientali soprattutto il fatto che certi prodotti non siano indispensabili, tradizioni lontane dalla nostra costituzione norcina. Le persone provano a essere migliori, sostanzialmente escludendo l'idea della ****, un sacrificio che un tempo era ritenuto con la rinuncia un atto di fede, una chiamata, ora è una moda dove l'aspetto salutistico è discutibile. Ci sono prodotti diffusi in tutto il mondo pasta, pane,riso, fagioli ecc. e le motivazioni a volte trovano giustificazioni se ben pianificate, come in India ad esempio dove circa 300 milioni di persone sono vegetariane ma è anche vero il contrario dove si può si deve, non solo per il corpo ma per lo spirito una donna ha il dovere di non far mancare al feto qualunque tipo di apporto come giustamente l'O.M.S sottolinea chi vive in condizioni di povertà rischia carenze nutrizionali di ferro, zinco, vitamina B12, D e calcio, c'è il rischio con frutta e verdura di diabete mellito ecc. certamente lo stile di vita implica aria aperta, luce solare, cicli giornalieri, spostamenti a piedi ecc. ma dei piaceri della vita che soffrono di un insufficiente rapporto (energetico) e poca libidine, ne vogliamo parlare, sono a questo punto piaceri interruptus, una vita vissuta a metà.