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Suoni e rumori. Quasi tutti gli uccelli cantano, la beccaccia no. Molti celebrano l’alba, segnano il territorio, segnalano la loro presenza ad altri con un suono, un verso, un canto. La beccaccia no. I galliformi dopo una forte pioggia o quando si appollaiano per dormire emettono un richiamo. Cantavano le starne e cantano le quaglie. Spesso sentiamo i suoni della selvaggina e ci avviciniamo. Con la beccaccia non è possibile. Sembra che la sua naturale rusticità le imponga un rigoroso silenzio.
E’ possibile accorgersi della presenza della beccaccia in un bosco attraverso la percezione dei suoi potenziali rumori? La conformazione delle sue zampe rende la pedinata lieve e impercettibile, anche dentro un habitat secco e asciutto. Un fagiano che pedina nel bosco si sente, la beccaccia no. La discrezione è la sua forza che la contraddistingue da tutta l’altra selvaggina. Pensate ad un fagiano maschio che frulla e si rimette lontano, di solito una volta atterrato emette il tipico richiamo. E’ forse uno ****? Aiuta in tal modo i nostri cani? Probabilmente la differenza risiede nel fatto che la beccaccia non è un uccello gregario. Non sta in gruppo, pastura da sola, in qualche caso in coppia, ma sempre ad una certa distanza. Non sembra importante per lei un richiamo particolare nei confronti dei suoi simili vicini, magari per segnalare loro un pericolo imminente.
Per amore o per paura…
Eppure in molti casi la beccaccia emette un suono, gutturale, rauco: quando sale in colonna dinanzi a noi. E’ successo a molti, sembra uno crou come quello del maschio in croule, ma molto più stridente e senza ritmo. Forse è lo spavento. Alcuni cacciatori ritengono che sia un segnale di allarme ai compagni vicini. A me è capitato un paio di volte, ma c’era solo lei.
Invece del canto del maschio in parata nuziale sappiamo molto. E’ il suono, anzi il canto della croule. E’ il momento dell’unico suo richiamo, generalmente al crepuscolo sorvolando spazi aperti alla ricerca di femmine recettive. Crou crou psitt … crou crou psitt … La croule è anche movimento, danza nell’aria, volo dei maschi; ma è anche la loro voce. E la femmina risponde? Certo, da terra, appena il maschio è atterrato al suo fianco, lei emette un delicato pssoe di benvenuto e magari di disponibilità.
Negli ultimi anni sono aumentate in Italia le osservazioni di croule primaverili, specie sulle Alpi. I nuovi telefonini consentono registrazioni ottimali. Il canto dei maschi è magnifico, una partitura ritmata e inconfondibile dopo mesi di rigoroso silenzio autunnale e invernale.
Il brivido del frullo
Ma la beccaccia emette anche dei rumori che al beccacciaio provocano veri brividi. Sono i diversi rumori del suo frullo. Ogni volta diverso e spesso beffardo. Parliamo infatti di quei rumori emessi causa involo improvviso, non provocato dal cane, lontano da noi, ma non troppo. “Eccola!” Lo diciamo anche se non l’abbiamo vista, ma l’abbiamo sentita. E’ il suono delle ali nel suo decollo a colonna, ovattato ma deciso nei primi colpi, per poi diventare silenzioso come quello di un rapace notturno. Un rumore che può diventare un trambusto quando impiega il massimo sforzo per uscire dal sottobosco intricato. Chiedete ai tanti che vanno per funghi e non cacciano o magari non conoscono l’avifauna. Vi racconteranno che all’improvviso dinanzi a loro si è sollevata con un rumore strano un uccello scuro con il becco lungo e si sono spaventati… Per non parlare, e qui mi riferisco ai beccacciai con l’udito super fine, del quasi impercettibile corto fruscio che rilascia quando parte silenziosa fra i ginepri, sopra un prato, e vi lascia interdetti. “Ho sentito qualcosa… mi sa che è lei, è partita!” E dove si rimetterà state sicuri che non emetterà alcun suono, né rumore. La regina è in qualche modo legata al silenzio, dei luoghi dove è nata e di quelli dove la cacciamo, capace però di provocare il rumore più importante, quello del battito del nostro cuore.
fonte:caffeditrice.com