I distillati rumeni D.O.C...........
Nel mese di novembre 2008, l’Unione Europea ha prestato riconoscimento ai distillati tradizionali rumeni quali la “ţuica”, la “pălinca”, i “rachiuri din fructe”, la “tescovina” e il “vinars”. Regionalismi e termini diversi che stanno a significare sostanzialmente la stessa bevanda (riconducibile alla grappa italiana), si distinguono solo in base alla gradazione alcolica e alla composizione dell’acquavite (di cereali, di frutti o di vino) ma sono tutti prodotti autoctoni brevettati. La Romania, quindi, ha aderito al registro dell’Unione Europea degli alcolici D.O.C. con 13 tipi di distillato di frutta e 4 tipi di distillato di vino.
È così che, mentre l’Ungheria è autorizzata anch’essa ad utilizzare il termine “palinka” (dal 2004) in concomitanza con la “palinka” di origine austriaca, la bevanda di nome “horincă” (o “turţ”) rappresenta un distillato preparato unicamente nella regione di Maramureş – Oaş .
A Sud della Romania troviamo i distillati di frutta (“ţuica”) di Buzău, di Milcov e di Argeş, mentre l’acquavite di vino (“vinars”) è tipico di Vaslui, Segarcea, Murfatlar, Târnave e Vrancea.
Alcune particolarità valgono la pena di essere menzionate per ciascuna tipologia:
- La ‘ţuica’ viene fatta invecchiare preferibilmente in botti di legno di quercia o gelso; è fatta esclusivamente di prugne.
- La ‘pălinca’ è nota come “doppio distillato”, ma può essere ridistillata perfino 5 volte; è fatta di prugne o di pere. Il suo invecchiamento è inversamente proporzionale alla gradazione alcolica: una ‘pălinca’ invecchiata di 3-4 anni è certamente migliore, ma ogni anno perderà circa 28% del suo volume e rispettiva gradazione alcolica. In alcune zone, come ad esempio Baia Mare, esistono produttori di ‘pălinca’ dai chicchi di mais, invecchiata dai 10 ai 15 anni; il risultato è simile al single malto irlandese.
- Il ‘vinars’ viene fatto invecchiare minimo 5 anni (in Romania esistono ‘vinarsuri’ di 18-28 anni) rigorosamente in botti di legno di quercia ed è simile al cognac francese.
Tradizionalmente, il processo di produzione della “pălinca” rumena nei villaggi era caratterizzato dall’uso di frutta rigorosamente NON ammuffita, secca né sporca. Per la fermentazione, veniva conservata in grandi contenitori di legno coperti, da 2 a 6 settimane, in base al contenuto di zucchero nella frutta e alla temperatura. La distillazione, fatta 2 volte, avveniva in vasi di 140 Litri a fuoco basso, per una o due ore, fino a quando la bevanda raggiungeva i 50-52° di alcol. Era una bevanda al 100% naturale, non essendo ammessa l’aggiunta di zucchero né di conservanti, altri ingredienti o coloranti che potevano alterare il gusto genuino.
Oggi l’UE mette una soglia di gradazione alcolica minima di 35% affinché la bevanda sia riconosciuta come tale e prevede la distillazione in vasi di acciaio inossidabile.
Autore: Ana-Maria Baghiu
........da www.ricette rumene.it
![distilate.jpg](http://www.ricetterumene.it/img//distilate.jpg)
È così che, mentre l’Ungheria è autorizzata anch’essa ad utilizzare il termine “palinka” (dal 2004) in concomitanza con la “palinka” di origine austriaca, la bevanda di nome “horincă” (o “turţ”) rappresenta un distillato preparato unicamente nella regione di Maramureş – Oaş .
A Sud della Romania troviamo i distillati di frutta (“ţuica”) di Buzău, di Milcov e di Argeş, mentre l’acquavite di vino (“vinars”) è tipico di Vaslui, Segarcea, Murfatlar, Târnave e Vrancea.
Alcune particolarità valgono la pena di essere menzionate per ciascuna tipologia:
- La ‘ţuica’ viene fatta invecchiare preferibilmente in botti di legno di quercia o gelso; è fatta esclusivamente di prugne.
- La ‘pălinca’ è nota come “doppio distillato”, ma può essere ridistillata perfino 5 volte; è fatta di prugne o di pere. Il suo invecchiamento è inversamente proporzionale alla gradazione alcolica: una ‘pălinca’ invecchiata di 3-4 anni è certamente migliore, ma ogni anno perderà circa 28% del suo volume e rispettiva gradazione alcolica. In alcune zone, come ad esempio Baia Mare, esistono produttori di ‘pălinca’ dai chicchi di mais, invecchiata dai 10 ai 15 anni; il risultato è simile al single malto irlandese.
- Il ‘vinars’ viene fatto invecchiare minimo 5 anni (in Romania esistono ‘vinarsuri’ di 18-28 anni) rigorosamente in botti di legno di quercia ed è simile al cognac francese.
Tradizionalmente, il processo di produzione della “pălinca” rumena nei villaggi era caratterizzato dall’uso di frutta rigorosamente NON ammuffita, secca né sporca. Per la fermentazione, veniva conservata in grandi contenitori di legno coperti, da 2 a 6 settimane, in base al contenuto di zucchero nella frutta e alla temperatura. La distillazione, fatta 2 volte, avveniva in vasi di 140 Litri a fuoco basso, per una o due ore, fino a quando la bevanda raggiungeva i 50-52° di alcol. Era una bevanda al 100% naturale, non essendo ammessa l’aggiunta di zucchero né di conservanti, altri ingredienti o coloranti che potevano alterare il gusto genuino.
Oggi l’UE mette una soglia di gradazione alcolica minima di 35% affinché la bevanda sia riconosciuta come tale e prevede la distillazione in vasi di acciaio inossidabile.
Autore: Ana-Maria Baghiu
........da www.ricette rumene.it