Il cittadino medio per mangiare un pollo non lo deve acchiappare, sgozzare o decapitare, spennare e pulire prima di cucinarlo. Va al supermercato e ne compra cosce o fusi o petti ben confezionati asetticamente in un vassoietto di polistirolo coperto di pellicola di plastica trasparente. Scommetto che tanti abitanti delle grandi citta' neanche si rendono conto che quei pezzi di pollo erano stati poco prima parti di un animale vivente e forse credono che siano stati prodotti in qualche maniera scientifica nel retrobottega del supermercato--senza alcun spargimento di sangue, sofferenze, agonia.
Quindi immagina come la gente di citta' possa vedere la caccia, un'attivita' crudele e cruenta, secondo loro, ai danni di animali innocenti ed indifesi--come se i polli, i vitelli, gli agnelli, i maiali ed i tacchini che si mangiano senza un pensiero della loro ****, spesso peggiore di quella causata da una pallottola o da uno sciame di pallini, fossero colpevoli di chissa' che cosa e potessero difendersi dall'annoccatore! Noi cacciatori sappiam benissimo che su dieci animali che abbattiamo, mille si sottraggono alle nostre insidie. Quanti polli, agnelli, vitelli, manzi, maiali e tacchini riescono a sottrarsi alla loro esecuzione? Dalla gabbia o dal recinto al mattaoio. Niente possibilita' di scampo!
Chi e' nato e cresciuto in campagna sa bene che per mangiare si deve uccidere, e spesso non affida il compito all'annoccatore prezzolato, ma lo esegue lui stesso, e si sporca le mani di sangue, le infila nella calda cavita' addominale per estrarne le viscere fumanti, e compie tutte quelle altre operazioni che farebbero piombare il cittadino medio in un parossismo di conati di vomito...
L'urbanizzazione e' la condanna a **** della caccia.