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Edera (Hedera Helix)
Famiglia: Arialiaceae
Nome volgare: Edera comune, Edera arborea, Edera rampicante.
ETIMOLOGIA
L'antico termine latino Hedera (che indicava giusto questa specie, con le cui fronde si ornava il tirso di Bacco, e si incoronavano i poeti) sembra abbia origine da adhær-?o, -es, adh-æsi, -æsum, -?re = stare attaccato, aderire; l'epiteto helix, è l'altro sostantivo latino (h?l-ix, -icis) con cui veniva indicata l'edera, e che trae origine dal greco ???? (helix), col significato di spirale, elica, in riferimento al fatto che questa specie tende ad attorcigliarsi a mo' di elica ai supporti (o ospiti) a cui si aggrappa.
MORFOLOGIA
Pianta rampicante sempreverde, cespugliosa, lianosa, che può raggiungere i 20 m di altezza; fusti legnosi che aderiscono ai muri, tronchi, rami, pali e qualsiasi altro elemento che permetta lo sviluppo verticale; in mancanza di supporti ai quali aggrapparsi, assume un portamento strisciante ed aderente al terreno; l'aspetto dei fusti e rami giovani è erbaceo, con pelosità biancastra ± densa e appressata al fusto, poi semilegnoso e glabro, ma sempre caratterizzato dalla presenza di moltissime radici avventizie che li ricoprono e con le quali si arrampicano all'ospite che li sostiene; i fusti legnosi hanno corteccia grigio-chiara screpolata. Inizia a sviluppare fusti fertili ad almeno 10 anni di età.
Le foglie sono lucide, di colore verde intenso e con nervature più chiare e spesso molto evidenti sulla pagina superiore, di un verde leggermente più pallido nella pagina inferiore; quelle dei rami aderenti al fusto di altre piante sono dotate di corto picciolo (generalmente da 1/2 a 1 volta la lunghezza della lamina), mentre in quelle dei rami striscianti al suolo, questo è lungo generalmente da 1-1,5 fino a 4 volte la lunghezza della lamina stessa; questa ha forma variabile da palmato-lobata con 3-5 lobi più o meno pronunciati e base cordata sui fusti sterili, a ellittica, o ovata, o lanceolata e con base di forma variabile, sui fusti fioriferi. Fiorisce in autunno da Settembre a Novembre.
I fiori sono ermafroditi, con calice e corolla pentameri, riuniti in ombrelle sferiche di circa 10÷50 elementi, in posizione terminale sui giovani rami; sovente più ombrelle sono riunite insieme; petali oblanceolato-romboidali verdastri lunghi 1÷3 mm revoluti almeno nella porzione apicale, sepali triangolari molto piccoli, brunastri; stami 5, alternati ai petali, lunghi 2,5-4,5 mm, chiari con antere gialle, talvolta leggermente rosate; ovario infero pentaloculare, stigma sessile.
I frutti sono bacche globose ovoidali di 4÷7 mm, inizialmente verdi, poi bruno-rassastre ed infine nero-bluastre nella subsp. helix; nella subspecie poëtarum a maturità diventano giallastro-dorate e hanno dimensioni maggiori rispetto alla subsp. helix.
ogni bacca contiene 2÷5 semi di colore rossiccio.
DIFFUSIONE e HABITAT
Zone temperate dell’Europa, Isole Canarie, Africa del Nord, Asia.
In Italia la subsp. helix è presente, allo stato spontaneo, in tutte le Regioni, la subsp. poëtarum è invece alloctona in Italia, ma si è facilmente naturalizzata in Toscana, Lazio, Puglia, Basilcata, Calabria e Sicilia, la sua presenza in Umbria è da verificare. La mappa distributiva che segue è riferita alla sola subsp. helix.
Pianta ubiquitaria, comune in tutti gli ambienti, soprattutto se umidi, tende a rarefarsi in alcuni zone della fascia mediterranea; può svilupparsi aderente ai fusti e ai rami degli alberi di latifoglia ma anche di aghifoglia, lungo i pali, sui muri, nei ruderi, nelle siepi, tappezzante nelle radure dei boschi, ecc., dal livello marino fino a raggiungere talvolta 1400 metri slm.
IMPIANTO
L’edera tollera tutta una serie di condizioni, ma crescie meglio in terreno fertile, umifero, preferibilmente alcalino, umido ma ben drenato. Non va mai posta in pieno sole va messa all’ombra o in mezzombra. E' considerata a torto una specie parassita ma non assume linfa dalla pianta ospite, usandola solamente come sostegno per raggiungere il sole. Percio’ piantiamola vicino ad alberi dove lei si arrampicherà e lasciamo che si formi senza effettuare potature.Viceversa in caso vogliamo utilizzarla come pianta coprente leghiamola su muri o strutture di supporto e teniamola potata in modo che si infoltisca velocemente.
USI e PROPRIETA’
La pianta non è commestibile in alcuna delle sue parti, benché i semi siano ricchi in proteine e grassi.
In fitoterapia la pianta viene usata in varie preparazioni. Per uso esterno favorisce la cicatrizzazione di piaghe e ferite ed è utile contro i funghi dello strato superficiale della pelle, come il “Piede dell’atleta”. Per uso interno si utilizza nel trattamento della gotta, di dolori reumatici, pertosse, bronchite e come parassiticida. Poiché la specie risulta alquanto tossica è necessario che l’assunzione avvenga sotto controllo medico: dosi eccessive possono causare vomito e diarrea e danneggiare i globuli rossi del sangue. Le foglie fresche possono provocare reazioni allergiche e l’ingestione delle bacche provoca depressione respiratoria.
Dai rami si ottengono una tintura gialla ed una marrone. Il decotto di foglie restituisce il colore nero ai tessuti scoloriti e, usato per risciacquare i capelli, conferisce alla chioma una sfumatura bruna. Bollendo le foglie con l’aggiunta di soda si ottiene un buon sostituto del sapone per lavare i panni.
MALATTIE
L’edera puo’ essere colpita ca infestanti quali il ragnetto rosso, la cocciniglia, gli afidi e le foglie da macchie fogliari.
CURIOSITA’
Nella mitologia celtica questa pianta, per il suo essere sempreverde, veniva associata al culto di Arianrhod, divinità femminile del tempo e del karma. Il castello della dea veniva chiamato Caer Arianrhod (Aurora Borealis): in esso le anime sostavano prima di reincarnarsi o di morire definitivamente, se avevano compiuto l’intero ciclo delle proprie esistenze. La festa dedicata a questa dea si celebrava il 31 ottobre e prendeva il nome di Samhain . Questa ricorrenza è oggi più nota come Halloween e il vocabolo è una contrazione delle parole celtiche "All Hallow's Eve" ossia veglia di Ognissanti.
COME PASTURA
Nel periodo invernale le sue bacche sono un provvidenziale nutrimento per molti animali, quali capinere, bottacci e sasselli nonché merli e cesene che prima della fase di ritorno ai luoghi di nidificazione se ne cibano abbondantemente.
Famiglia: Arialiaceae
Nome volgare: Edera comune, Edera arborea, Edera rampicante.
ETIMOLOGIA
L'antico termine latino Hedera (che indicava giusto questa specie, con le cui fronde si ornava il tirso di Bacco, e si incoronavano i poeti) sembra abbia origine da adhær-?o, -es, adh-æsi, -æsum, -?re = stare attaccato, aderire; l'epiteto helix, è l'altro sostantivo latino (h?l-ix, -icis) con cui veniva indicata l'edera, e che trae origine dal greco ???? (helix), col significato di spirale, elica, in riferimento al fatto che questa specie tende ad attorcigliarsi a mo' di elica ai supporti (o ospiti) a cui si aggrappa.
MORFOLOGIA
Pianta rampicante sempreverde, cespugliosa, lianosa, che può raggiungere i 20 m di altezza; fusti legnosi che aderiscono ai muri, tronchi, rami, pali e qualsiasi altro elemento che permetta lo sviluppo verticale; in mancanza di supporti ai quali aggrapparsi, assume un portamento strisciante ed aderente al terreno; l'aspetto dei fusti e rami giovani è erbaceo, con pelosità biancastra ± densa e appressata al fusto, poi semilegnoso e glabro, ma sempre caratterizzato dalla presenza di moltissime radici avventizie che li ricoprono e con le quali si arrampicano all'ospite che li sostiene; i fusti legnosi hanno corteccia grigio-chiara screpolata. Inizia a sviluppare fusti fertili ad almeno 10 anni di età.
Le foglie sono lucide, di colore verde intenso e con nervature più chiare e spesso molto evidenti sulla pagina superiore, di un verde leggermente più pallido nella pagina inferiore; quelle dei rami aderenti al fusto di altre piante sono dotate di corto picciolo (generalmente da 1/2 a 1 volta la lunghezza della lamina), mentre in quelle dei rami striscianti al suolo, questo è lungo generalmente da 1-1,5 fino a 4 volte la lunghezza della lamina stessa; questa ha forma variabile da palmato-lobata con 3-5 lobi più o meno pronunciati e base cordata sui fusti sterili, a ellittica, o ovata, o lanceolata e con base di forma variabile, sui fusti fioriferi. Fiorisce in autunno da Settembre a Novembre.
I fiori sono ermafroditi, con calice e corolla pentameri, riuniti in ombrelle sferiche di circa 10÷50 elementi, in posizione terminale sui giovani rami; sovente più ombrelle sono riunite insieme; petali oblanceolato-romboidali verdastri lunghi 1÷3 mm revoluti almeno nella porzione apicale, sepali triangolari molto piccoli, brunastri; stami 5, alternati ai petali, lunghi 2,5-4,5 mm, chiari con antere gialle, talvolta leggermente rosate; ovario infero pentaloculare, stigma sessile.
I frutti sono bacche globose ovoidali di 4÷7 mm, inizialmente verdi, poi bruno-rassastre ed infine nero-bluastre nella subsp. helix; nella subspecie poëtarum a maturità diventano giallastro-dorate e hanno dimensioni maggiori rispetto alla subsp. helix.
ogni bacca contiene 2÷5 semi di colore rossiccio.
DIFFUSIONE e HABITAT
Zone temperate dell’Europa, Isole Canarie, Africa del Nord, Asia.
In Italia la subsp. helix è presente, allo stato spontaneo, in tutte le Regioni, la subsp. poëtarum è invece alloctona in Italia, ma si è facilmente naturalizzata in Toscana, Lazio, Puglia, Basilcata, Calabria e Sicilia, la sua presenza in Umbria è da verificare. La mappa distributiva che segue è riferita alla sola subsp. helix.
Pianta ubiquitaria, comune in tutti gli ambienti, soprattutto se umidi, tende a rarefarsi in alcuni zone della fascia mediterranea; può svilupparsi aderente ai fusti e ai rami degli alberi di latifoglia ma anche di aghifoglia, lungo i pali, sui muri, nei ruderi, nelle siepi, tappezzante nelle radure dei boschi, ecc., dal livello marino fino a raggiungere talvolta 1400 metri slm.
IMPIANTO
L’edera tollera tutta una serie di condizioni, ma crescie meglio in terreno fertile, umifero, preferibilmente alcalino, umido ma ben drenato. Non va mai posta in pieno sole va messa all’ombra o in mezzombra. E' considerata a torto una specie parassita ma non assume linfa dalla pianta ospite, usandola solamente come sostegno per raggiungere il sole. Percio’ piantiamola vicino ad alberi dove lei si arrampicherà e lasciamo che si formi senza effettuare potature.Viceversa in caso vogliamo utilizzarla come pianta coprente leghiamola su muri o strutture di supporto e teniamola potata in modo che si infoltisca velocemente.
USI e PROPRIETA’
La pianta non è commestibile in alcuna delle sue parti, benché i semi siano ricchi in proteine e grassi.
In fitoterapia la pianta viene usata in varie preparazioni. Per uso esterno favorisce la cicatrizzazione di piaghe e ferite ed è utile contro i funghi dello strato superficiale della pelle, come il “Piede dell’atleta”. Per uso interno si utilizza nel trattamento della gotta, di dolori reumatici, pertosse, bronchite e come parassiticida. Poiché la specie risulta alquanto tossica è necessario che l’assunzione avvenga sotto controllo medico: dosi eccessive possono causare vomito e diarrea e danneggiare i globuli rossi del sangue. Le foglie fresche possono provocare reazioni allergiche e l’ingestione delle bacche provoca depressione respiratoria.
Dai rami si ottengono una tintura gialla ed una marrone. Il decotto di foglie restituisce il colore nero ai tessuti scoloriti e, usato per risciacquare i capelli, conferisce alla chioma una sfumatura bruna. Bollendo le foglie con l’aggiunta di soda si ottiene un buon sostituto del sapone per lavare i panni.
MALATTIE
L’edera puo’ essere colpita ca infestanti quali il ragnetto rosso, la cocciniglia, gli afidi e le foglie da macchie fogliari.
CURIOSITA’
Nella mitologia celtica questa pianta, per il suo essere sempreverde, veniva associata al culto di Arianrhod, divinità femminile del tempo e del karma. Il castello della dea veniva chiamato Caer Arianrhod (Aurora Borealis): in esso le anime sostavano prima di reincarnarsi o di morire definitivamente, se avevano compiuto l’intero ciclo delle proprie esistenze. La festa dedicata a questa dea si celebrava il 31 ottobre e prendeva il nome di Samhain . Questa ricorrenza è oggi più nota come Halloween e il vocabolo è una contrazione delle parole celtiche "All Hallow's Eve" ossia veglia di Ognissanti.
COME PASTURA
Nel periodo invernale le sue bacche sono un provvidenziale nutrimento per molti animali, quali capinere, bottacci e sasselli nonché merli e cesene che prima della fase di ritorno ai luoghi di nidificazione se ne cibano abbondantemente.