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Oltre al danno ambientale (possibilità di infezione anche su animali selvatici già presenti sul territorio) anche la beffa economica...visto che i soldi utilizzati (io li definisco sprecati inutilmente) sono di tutti i cacciatori iscritti all'ATC (tra cui il sottoscritto che in quanto capannista non usufruisce di un bel nulla...ma intanto sono costretto a pagare).
Se questa è la gestione faunistica nel 2010 siamo proprio messi male.
Tularemia, allarme anche a Brescia
BRESCIA: Lepri, scatta l’allarme «tularemia»
IL CASO. Dopo il rinvenimento di alcuni esemplari morti, lo Zooprofilattico di Brescia invita alla massima cautela
Il batterio si trasmette all’uomo «maneggiate gli animali con cura»
Allarme “tularemia” per i cacciatori di lepri della nostra provincia. Il nome al comune cittadino non dice niente ma si tratta di una pericolosissima a malattia batterica dei roditori che può contagiare l’uomo con effetti gravissimi e che è già riscontrata in due lepri di provenienza est Europea trovate **** (una a Vicenza il 22 dicembre e una a Pavia il 4 dicembre).
IL FATTO è che anche nella nostra provincia sono già state trovate una dozzina di lepri **** delle 300 importate da Ungheria e Romania e rilasciate dieci giorni fa tra bassa Valtrompia, Gussago, Colleabeato e hinterland (zona tra Castegnato e Montirone).
Non si sa ancora se siano **** per colpa del batterio Francisella Tularensis (che, visti gli effetti devastanti, in passato era addirittura utilizzato come arma batteriologia da diversi eserciti) ma il rischio è alto. Visto che il fornitore (di Parma) dell’Ambito territoriale unico di Brescia è lo stesso importatore che ha fornito le 450 lepri (provenienti dalla Romania, dove il batterio circola nella sua forma più purulenta) all’ambito di caccia del Pavese, dove è stata ritrovata la lepre deceduta per colpa del temibile batterio.
L’ALLARME. A lanciare una campagna di sensibilizzazione sui rischi è lo stesso istituto zooprofilattico sperimentale di Brescia, che chiede ai cacciatori e addetti al settore «la massima attenzione e collaborazione per cercare di evitare che le persone impegnate in questo periodo nelle operazioni di cattura e lancio delle lepri siano colpite da questa malattia». Per questo è necessario che le carcasse di lepre, eventualmente ritrovate sul territorio «siano manipolate con le dovute precauzioni e segnalate o recapitate agli uffici veterinari delle Asl, che si avvarranno dei laboratori degli Istituti zoo profilattici sperimentali e in particolare del centro di referenza nazionale per la Tularemia presso la sezione di Pavia».
GIORGIO Varisco, direttore sanitario dell’Izs di Lombardia ed Emilia Romagna, aggiunge che «non si vogliono creare panico e allarmismi ingiustificati ma è opportuno che le eventuali trovate **** vengano consegnate ai nostri laboratori per approfondimenti».
La tularemia è una patologia molto infettiva, trasmissibile all’uomo con estrema facilità e che può essere contratta anche durante la manipolazione e lo scuoiamento delle lepri **** oltre che attraverso il morso o le punture di acari e insetti (zecche e zanzare) e all’ingestione di acqua contaminata.
INDICAZIONI FONDAMENTALI. Coloro che maneggiano lepri **** ed anche micromammiferi devono utilizzare guanti protettivi (meglio in gomma «da cucina» in quanto quelli in lattice si possono rompere più facilmente) e mascherina per la protezione individuale, oltre all’utilizzo di sacchi contenitori a tenuta stagna per le carcasse animali». L’invito a cacciatori, guardiacaccia e agricoltori è chiarissimo: se dovessero trovare animali morti nei campi devono contattare i veterinari dell’Asl o conferire le carcasse (raccolte con scrupolose precauzioni) alle strutture veterinarie.
LEPRI, UN MARE DI PROBLEMI. Le 300 lepri vengono acquistate dall’Atc bresciano nell’Est Europa (200 di provenienza ungherese, 100 romena, 140 euro a lepre il costo) perché selvatiche e quindi più resistenti e adatte a riprodursi (a differenza di quelle di allevamento italiane). Fino ad oggi ne sono state trovate **** una dozzina, un numero poco indicativo.
Va ricordato che per legge, se si dovessero trovare il 5% di lepri **** (quindi 15 esemplari) è obbligatorio l’abbattimento di tutta la partita.
Pietro Gorlani
Tratto da http://www.bresciaoggi.it
Se questa è la gestione faunistica nel 2010 siamo proprio messi male.
Tularemia, allarme anche a Brescia
BRESCIA: Lepri, scatta l’allarme «tularemia»
IL CASO. Dopo il rinvenimento di alcuni esemplari morti, lo Zooprofilattico di Brescia invita alla massima cautela
Il batterio si trasmette all’uomo «maneggiate gli animali con cura»
Allarme “tularemia” per i cacciatori di lepri della nostra provincia. Il nome al comune cittadino non dice niente ma si tratta di una pericolosissima a malattia batterica dei roditori che può contagiare l’uomo con effetti gravissimi e che è già riscontrata in due lepri di provenienza est Europea trovate **** (una a Vicenza il 22 dicembre e una a Pavia il 4 dicembre).
IL FATTO è che anche nella nostra provincia sono già state trovate una dozzina di lepri **** delle 300 importate da Ungheria e Romania e rilasciate dieci giorni fa tra bassa Valtrompia, Gussago, Colleabeato e hinterland (zona tra Castegnato e Montirone).
Non si sa ancora se siano **** per colpa del batterio Francisella Tularensis (che, visti gli effetti devastanti, in passato era addirittura utilizzato come arma batteriologia da diversi eserciti) ma il rischio è alto. Visto che il fornitore (di Parma) dell’Ambito territoriale unico di Brescia è lo stesso importatore che ha fornito le 450 lepri (provenienti dalla Romania, dove il batterio circola nella sua forma più purulenta) all’ambito di caccia del Pavese, dove è stata ritrovata la lepre deceduta per colpa del temibile batterio.
L’ALLARME. A lanciare una campagna di sensibilizzazione sui rischi è lo stesso istituto zooprofilattico sperimentale di Brescia, che chiede ai cacciatori e addetti al settore «la massima attenzione e collaborazione per cercare di evitare che le persone impegnate in questo periodo nelle operazioni di cattura e lancio delle lepri siano colpite da questa malattia». Per questo è necessario che le carcasse di lepre, eventualmente ritrovate sul territorio «siano manipolate con le dovute precauzioni e segnalate o recapitate agli uffici veterinari delle Asl, che si avvarranno dei laboratori degli Istituti zoo profilattici sperimentali e in particolare del centro di referenza nazionale per la Tularemia presso la sezione di Pavia».
GIORGIO Varisco, direttore sanitario dell’Izs di Lombardia ed Emilia Romagna, aggiunge che «non si vogliono creare panico e allarmismi ingiustificati ma è opportuno che le eventuali trovate **** vengano consegnate ai nostri laboratori per approfondimenti».
La tularemia è una patologia molto infettiva, trasmissibile all’uomo con estrema facilità e che può essere contratta anche durante la manipolazione e lo scuoiamento delle lepri **** oltre che attraverso il morso o le punture di acari e insetti (zecche e zanzare) e all’ingestione di acqua contaminata.
INDICAZIONI FONDAMENTALI. Coloro che maneggiano lepri **** ed anche micromammiferi devono utilizzare guanti protettivi (meglio in gomma «da cucina» in quanto quelli in lattice si possono rompere più facilmente) e mascherina per la protezione individuale, oltre all’utilizzo di sacchi contenitori a tenuta stagna per le carcasse animali». L’invito a cacciatori, guardiacaccia e agricoltori è chiarissimo: se dovessero trovare animali morti nei campi devono contattare i veterinari dell’Asl o conferire le carcasse (raccolte con scrupolose precauzioni) alle strutture veterinarie.
LEPRI, UN MARE DI PROBLEMI. Le 300 lepri vengono acquistate dall’Atc bresciano nell’Est Europa (200 di provenienza ungherese, 100 romena, 140 euro a lepre il costo) perché selvatiche e quindi più resistenti e adatte a riprodursi (a differenza di quelle di allevamento italiane). Fino ad oggi ne sono state trovate **** una dozzina, un numero poco indicativo.
Va ricordato che per legge, se si dovessero trovare il 5% di lepri **** (quindi 15 esemplari) è obbligatorio l’abbattimento di tutta la partita.
Pietro Gorlani
Tratto da http://www.bresciaoggi.it