Caccia ai fagiani veri... (1 utente sta leggendo)

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Alberto 69
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Lunedì 16 Giugno 2014

La caccia al fagiano, quello vero, nei suoi ambienti naturali, è tutt'altro che facile. Richiede un atteggiamento non solo grintoso e caparbio, ma anche la conoscenza di luoghi e abitudini, decisivi per avere la meglio sullo scaltro selvatico.

Caccia-ai-fagiani-veri-.jpg

Il fagiano ed il suo ambiente

Fagiani! Meritano questo termine solo i cosiddetti fagiani veri; ossia quegli uccelli nati selvatici, o da tempo ben ambientanti in una rustica, selvaggia area rurale, che per abitudine, scaltrezza o semplice istinto abbiano saputo trasformare nel loro “castello”.
Una sorta di “fortezza” i cui masti sono rogare spaventose, un “mastio ” il cui campo di Marte è la campagna circostante e le cui mura e bastioni (con tanto di fossati!) sono scogli e pareti rocciose ricoperti invece che di parietaria, da intrichi di vitalbe, ellere, ginepri e siepi spinose, alternati a scope e falaschi su cui svettano boscose palizzate delle più svariate essenze ancora in foglia.

Tecniche

Venendo ora alla cruda tecnica, dobbiamo partire dal considerare che, determinante, da sempre e in tutte le cacciate sarà il fattore tempo nella sua duplice accezione semantica di periodicità e condizioni climatiche.
Se infatti è vero che, magari per fortuna all’apertura qualche fagiano lo possono trovare tutti, di lì in poi la storia cambia e non di poco, facendo sì che carnieri ragguardevoli (e dunque soddisfazioni venatorie) siano appannaggio esclusivo solo di coloro che sapranno essere capaci di trasformarsi in abili strateghi in grado di prevedere, man mano che la stagione si protrae ed in base ai vari scenari climatici, le mosse del loro “nemico” (il fagiano) e dunque averne ragione.
È impensabile in effetti, sperare di avere successo nei confronti di fagiani smaliziati senza conoscerne nei minimi dettagli i costumi, rapportati al particolare ambiente in cui li andremo a cercare e alle condizioni meteorologiche che caratterizzano il teatro di caccia.

I tempi e il clima

In linea generale dunque, si sappia che il fagiano sino a tutt’ottobre (ma se la stagione è “buona” anche oltre), al levar del sole è uso portarsi nei luoghi di pastura; e sono sempre i campi e le prataglie vicino ai siti (sovente boscosi) ove ha trascorso la notte non di rado all’appollo.
Ragione vorrebbe che mai prima delle 8,00-8,30 si cominciasse la battuta, per far sì che l’azione dei cani possa trarre vantaggio dal razzolare dell’uccello in pastura, che per quell’ora avrà di certo lasciato una sicura usta dietro di sé.
Ciò tuttavia è assai difficile da realizzarsi, vista la folle mania (davvero controproducente!) dei più, di voler sciogliere sin dai primi lucori che si appalesano a Oriente; fatto che spinge quasi tutti a sveglie da fornaio, mossi in ciò dal “sacro terrore” (sciocco) che gli altri possano fregargli le prede…

Non ce ne dobbiamo curare, dato che saranno assai di più i fagiani che si possono incontrare passando un paio d’ore dopo sulle peste di esagitati corridori dell’alba, certi poi di contare di norma su climi più favorevoli all’olfatto dei cani.
Non di meno non posso esimermi dall’affermare – quanto meno in termini di squisita cinofilia venatoria – che trattasi di costume assolutamente errato, dato che spesso e volentieri, le guazze del mattino possono come sia rendere difficilissimo se non impossibile il lavoro degli ausiliari. Per non parlare poi dello stile di cerca, che ne risentirà in maniera determinante.

I modi e i luoghi

In ogni caso si sappia che in primis è sempre bene il cacciatore conduca con calma e lentamente il proprio ausiliare nei pressi di coltivi, nei terreni liberi non discosti dai boschi, prestando particolare attenzione nel battere fossati, vigne, granturcheti, sorghi e tutte quelle vallatelle e fossatelli nei pressi di stoppie, medicai e persino maggesi se fittamente ricoperti di quel cespugliame spinoso in grado di offrire ricovero ad un animale che si senta braccato.

Soprattutto nel periodo dell’apertura e giornate susseguenti, con stagioni “estreme” di siccità o piogge abbondanti, nel primo caso si cerchi presso tutte le possibili sorgenti d’acqua – lì saranno i fagiani, lì si potranno di tanto in tanto ristorare i cani; nel secondo si opti invece per tutti gli sporchi scoscesi dell’universo, specie quelli fittamente tappezzati di ginestre, cardi e macchiette, in grado d’agire da veri e propri scolatoi.

…Ma la vera caccia al fagiano comincia ad ottobre inoltrato. Quando in giro per le campagne, grazie a tordi e palombe, c’è meno gente. Quando è terminata pressoché ovunque la raccolta dell’uva, dei granturchi, dei girasoli e del sorgo, ed i fagiani – specie quelli “arroccati” all’interno di aree protette – sono costretti a ricercare nuove pasture giungendo così in territorio libero.

Quando il bosco inizia a perdere le foglie e le erbe appassiscono. Ed è quando le bacche ivi reperibili son quasi le ultime risorse reperibili ed i fagiani vi si inoltrano condividendo l’ambiente con le prime beccacce. È qui che inizia una caccia vera che può farsi entusiasmante. Quella che potremmo “poeticamente” definire: a fagiani di bosco tra le foglie d’autunno.

Dà i migliori risultati se esercitata a partire dal mezzodì e per tutto il pomeriggio, quando la concorrenza è a tavola ed i fagiani sono satolli (e più trattabili) dopo ricca pastura.
I luoghi d’elezione, sono i peggiori!
I più sporchi e pieni di rovi. Quelli dove il “colchico” può sfuggire facilmente di pedina. Quelli in cui sarà necessario andare, muniti di tutta l’attrezzatura giusta.

Fucili, munizioni e accessori

Un fucile medio che più medio non si può, è quello perfetto da fagiani. Meglio tuttavia se in versione leggera.
Semiauto: un 12 o 20 con canna 66 e *** di strozzatura, giocandosela con le cartucce ci servirà egregiamente per tutta la stagione.
Doppiette e sovrapposti: 12 o 20 con canne da 66/68 e **** e **, sono l’optimum.

Cartucce

Ad inizio stagione prime canne piombo 7 e dosi medie senza contenitore, per arrivare a seconde ed eventuali terze che siano buone corazzate armate da piombo 5 nei basculanti, e 6 e 5 con contenitore in semiauto.

Abbigliamento

Un capo fra i tanti che indosseremo lungo la stagione, fa la differenza in certi ambienti: i guardamacchie o cosciali!
Che siano buoni, di quelli in canvas oleato, ottimi contro l’umido di guazze e piogge, capaci poi, soprattutto, di garantire protezione dalle spine di rovi e arbusti.



fonte:all4shooters.com
 

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  • Moderatore A.I Moderatore A.I:
    La stanza della chat è stata ripulita dai vecchi messaggi!
  • kunfors @ kunfors:
    QUESTA chat e come la vecchia chat ...di anni fa ?
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  • kunfors @ kunfors:
    che si usava hai chiatare ? con altri utenti conessi ?
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  • Moderatore A.I Moderatore A.I:
    L'ospite salve si è unito alla stanza.
  • Marco @ Marco:
    @kunfors, Esatto... Sol che con l' avvento di whatsapp e i vari social al momento è abbastanza inutilizzata purtroppo... Ad averla avuta gli anni passati abrebbe fatto furore:-)
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      Marco @ Marco: @kunfors, Esatto... Sol che con l' avvento di whatsapp e i vari social al momento è abbastanza...
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