breve storia venatoria - in ricordo di mio padre

waxe

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Questa è la mia storia venatoria.
Non importa quale anno, forse metà anni '70, ma non importa. Però mi ricordo il tramonto, il crepuscolo frizzante dei primi freddi di un fine ottobre o forse di un fine novembre, quell'ora bella dove l'ombra degli alberi si confonde nell'ombra della sera. E la mia voce eccitata che segnala un tordo lontano, troppo alto...ma proviamo...mio padre lo tira giù dal cielo. Io, felice, mi lancio alla ricerca. Un tordo. Il caldo del suo corpo, il sangue che si rapprende sulla pelle delle mie mani bambine. E quell'ora che preannuncia la notte e l'odore della polvere da sparo e il profumo umido dei campi, dei boschi. Mio padre mi guardava ed era felice.
Poi l'adolescenza, i primi seni sfiorati, le nottate con gli amici. Io tornavo a casa e incrociavo mio padre che partiva per andare a caccia. Lui mi guardava e io non capivo. Adesso so che lui comprendeva che il tempo non si ferma, che l'infanzia passa e la scuola migliore per i figli sono gli errori che essi commettono. Vedeva lui stesso in me.
L'età delle esperienze, la fame di vita, le leggi mi allontanarono dal mondo della caccia, dal mondo di mio padre. Ma il ricordo dell'odore della polvere da sparo, di quel tramonto quasi freddo, no, non mi abbandonava.
Poi un giorno lui, il mio maestro che io capii troppo tardi, si arrese al suo cuore malato e decise di volare insieme ai suoi amati colombacci. Per sempre. E io divenni adulto.
Due anni dopo nacque mio figlio e , finalmente, compresi il significato di essere figli. Per diventare definitivamente figlio bisogna farsi genitore. Questa è la Legge della Vita, una Legge molto più forte e profonda di quella degli uomini. Però la legge degli uomini decise che anch'io potevo diventare cacciatore. Ma ero ancora troppo distratto.
Poi un giorno, per caso, mi ritrovai a fare una passeggiata con mio figlio nello stesso luogo di quel lontano tramonto autunnale. Risentii nella memoria lo stesso identico odore di polvere da sparo. Guardai mio figlio e mi vidi in lui. E in me vidi mio padre. Decisi di ritornare cacciatore.
Adesso so che mio padre mi è al fianco a ogni uscita di caccia.
Grazie babbo.
 
Re: breve storia venatoria - in ricordo di mio padre

waxe ha scritto:
Questa è la mia storia venatoria.
Non importa quale anno, forse metà anni '70, ma non importa. Però mi ricordo il tramonto, il crepuscolo frizzante dei primi freddi di un fine ottobre o forse di un fine novembre, quell'ora bella dove l'ombra degli alberi si confonde nell'ombra della sera. E la mia voce eccitata che segnala un tordo lontano, troppo alto...ma proviamo...mio padre lo tira giù dal cielo. Io, felice, mi lancio alla ricerca. Un tordo. Il caldo del suo corpo, il sangue che si rapprende sulla pelle delle mie mani bambine. E quell'ora che preannuncia la notte e l'odore della polvere da sparo e il profumo umido dei campi, dei boschi. Mio padre mi guardava ed era felice.
Poi l'adolescenza, i primi seni sfiorati, le nottate con gli amici. Io tornavo a casa e incrociavo mio padre che partiva per andare a caccia. Lui mi guardava e io non capivo. Adesso so che lui comprendeva che il tempo non si ferma, che l'infanzia passa e la scuola migliore per i figli sono gli errori che essi commettono. Vedeva lui stesso in me.
L'età delle esperienze, la fame di vita, le leggi mi allontanarono dal mondo della caccia, dal mondo di mio padre. Ma il ricordo dell'odore della polvere da sparo, di quel tramonto quasi freddo, no, non mi abbandonava.
Poi un giorno lui, il mio maestro che io capii troppo tardi, si arrese al suo cuore malato e decise di volare insieme ai suoi amati colombacci. Per sempre. E io divenni adulto.
Due anni dopo nacque mio figlio e , finalmente, compresi il significato di essere figli. Per diventare definitivamente figlio bisogna farsi genitore. Questa è la Legge della Vita, una Legge molto più forte e profonda di quella degli uomini. Però la legge degli uomini decise che anch'io potevo diventare cacciatore. Ma ero ancora troppo distratto.
Poi un giorno, per caso, mi ritrovai a fare una passeggiata con mio figlio nello stesso luogo di quel lontano tramonto autunnale. Risentii nella memoria lo stesso identico odore di polvere da sparo. Guardai mio figlio e mi vidi in lui. E in me vidi mio padre. Decisi di ritornare cacciatore.
Adesso so che mio padre mi è al fianco a ogni uscita di caccia.
Grazie babbo.



Queste parole ti fanno onore tuo papa' sicuramente ti guarda e ti approva da lassu'.
 
Re: breve storia venatoria - in ricordo di mio padre

Mi sà che i vari verdi & Co. ci odian per questo,
Abbiamo un animo ed un cuore da invidia verso i nostri Genitori/maestri di vita.

Complimenti Waxe
 
Re: breve storia venatoria - in ricordo di mio padre

Complimenti!!! [eusa_clap.gif] con queste parole fai capire cosa significa Caccia e Cacciatori! ..un passato presente e futuro che i signori pseudo animalisti ci invidiano e ci invidieranno sempre!!!
 
Re: breve storia venatoria - in ricordo di mio padre

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Re: breve storia venatoria - in ricordo di mio padre

Bravo è la storia di ognuno di noi quella che hai raccontato, e mi ci rivedo dentro al 100%
Le distrazioni giovanili a volte ti allontanano momentaneamente dalla caccia, ma quando comprendi il vero significato....nessun fuoco arde più della nostra passione!!!!
 
Re: breve storia venatoria - in ricordo di mio padre

waxe ha scritto:
Questa è la mia storia venatoria.
Non importa quale anno, forse metà anni '70, ma non importa. Però mi ricordo il tramonto, il crepuscolo frizzante dei primi freddi di un fine ottobre o forse di un fine novembre, quell'ora bella dove l'ombra degli alberi si confonde nell'ombra della sera. E la mia voce eccitata che segnala un tordo lontano, troppo alto...ma proviamo...mio padre lo tira giù dal cielo. Io, felice, mi lancio alla ricerca. Un tordo. Il caldo del suo corpo, il sangue che si rapprende sulla pelle delle mie mani bambine. E quell'ora che preannuncia la notte e l'odore della polvere da sparo e il profumo umido dei campi, dei boschi. Mio padre mi guardava ed era felice.
Poi l'adolescenza, i primi seni sfiorati, le nottate con gli amici. Io tornavo a casa e incrociavo mio padre che partiva per andare a caccia. Lui mi guardava e io non capivo. Adesso so che lui comprendeva che il tempo non si ferma, che l'infanzia passa e la scuola migliore per i figli sono gli errori che essi commettono. Vedeva lui stesso in me.
L'età delle esperienze, la fame di vita, le leggi mi allontanarono dal mondo della caccia, dal mondo di mio padre. Ma il ricordo dell'odore della polvere da sparo, di quel tramonto quasi freddo, no, non mi abbandonava.
Poi un giorno lui, il mio maestro che io capii troppo tardi, si arrese al suo cuore malato e decise di volare insieme ai suoi amati colombacci. Per sempre. E io divenni adulto.
Due anni dopo nacque mio figlio e , finalmente, compresi il significato di essere figli. Per diventare definitivamente figlio bisogna farsi genitore. Questa è la Legge della Vita, una Legge molto più forte e profonda di quella degli uomini. Però la legge degli uomini decise che anch'io potevo diventare cacciatore. Ma ero ancora troppo distratto.
Poi un giorno, per caso, mi ritrovai a fare una passeggiata con mio figlio nello stesso luogo di quel lontano tramonto autunnale. Risentii nella memoria lo stesso identico odore di polvere da sparo. Guardai mio figlio e mi vidi in lui. E in me vidi mio padre. Decisi di ritornare cacciatore.
Adesso so che mio padre mi è al fianco a ogni uscita di caccia.
Grazie babbo.

Chapeau Marco...chapeau [eusa_clap.gif] [eusa_clap.gif]
 
Re: breve storia venatoria - in ricordo di mio padre

Bellissima testimonianza waxe, complimenti; come altri prima di me han scritto, hai descritto un'esperienza che accomuna molti di noi. Personalmente spero di riuscire a far intendere la passione per la natura, per la caccia e per tutto il pacchetto di emozioni insiti in essa, anche ai miei due pargoletti di anni 1 e 2,5 ; senza forzar la mano, spero sorga anche in loro questo interesse, per condividere una comune passione che ci leghi a doppio filo e rafforzi il ns legame, non solo di sangue ma di dialogo e piacere di condividere gli stessi momenti! Mio padre sarebbe il più felice di tutti nel godere della vista di figlio e nipoti a caccia con lui, nel solco della tradizione di mio e di suo nonno! Ancora complimenti. [eusa_clap.gif] [eusa_clap.gif] [eusa_clap.gif]
 
Re: breve storia venatoria - in ricordo di mio padre

waxe ha scritto:
Questa è la mia storia venatoria.
Non importa quale anno, forse metà anni '70, ma non importa. Però mi ricordo il tramonto, il crepuscolo frizzante dei primi freddi di un fine ottobre o forse di un fine novembre, quell'ora bella dove l'ombra degli alberi si confonde nell'ombra della sera. E la mia voce eccitata che segnala un tordo lontano, troppo alto...ma proviamo...mio padre lo tira giù dal cielo. Io, felice, mi lancio alla ricerca. Un tordo. Il caldo del suo corpo, il sangue che si rapprende sulla pelle delle mie mani bambine. E quell'ora che preannuncia la notte e l'odore della polvere da sparo e il profumo umido dei campi, dei boschi. Mio padre mi guardava ed era felice.
Poi l'adolescenza, i primi seni sfiorati, le nottate con gli amici. Io tornavo a casa e incrociavo mio padre che partiva per andare a caccia. Lui mi guardava e io non capivo. Adesso so che lui comprendeva che il tempo non si ferma, che l'infanzia passa e la scuola migliore per i figli sono gli errori che essi commettono. Vedeva lui stesso in me.
L'età delle esperienze, la fame di vita, le leggi mi allontanarono dal mondo della caccia, dal mondo di mio padre. Ma il ricordo dell'odore della polvere da sparo, di quel tramonto quasi freddo, no, non mi abbandonava.
Poi un giorno lui, il mio maestro che io capii troppo tardi, si arrese al suo cuore malato e decise di volare insieme ai suoi amati colombacci. Per sempre. E io divenni adulto.
Due anni dopo nacque mio figlio e , finalmente, compresi il significato di essere figli. Per diventare definitivamente figlio bisogna farsi genitore. Questa è la Legge della Vita, una Legge molto più forte e profonda di quella degli uomini. Però la legge degli uomini decise che anch'io potevo diventare cacciatore. Ma ero ancora troppo distratto.
Poi un giorno, per caso, mi ritrovai a fare una passeggiata con mio figlio nello stesso luogo di quel lontano tramonto autunnale. Risentii nella memoria lo stesso identico odore di polvere da sparo. Guardai mio figlio e mi vidi in lui. E in me vidi mio padre. Decisi di ritornare cacciatore.
Adesso so che mio padre mi è al fianco a ogni uscita di caccia.
Grazie babbo.



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Re: breve storia venatoria - in ricordo di mio padre

Anch'io devo tutto questa passione al povero mio padre ed ho dei ricordi incancellabili nella mia infanzia ( che viveva già x la caccia) ,proprio oggi è sei anni che manca a tutta la mia famiglia e faccio un ringraziamento generale a tutti i papà o babbi che ci hanno trasmesso questa bellissima passione ............. GRAZIE
CIAO Papà......
 

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