Anigrina Lamellare, Caldo o freddo? (1 utente sta leggendo)

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Quello che hai scritto (Jizcia) vale per tutte le polveri...ed il particolare per A.L. è proprio quello che con l'umido è alla pari di qualche doppie basi tanto blasonate e super-pompate sui prezzi.;)
 
Io carico solo Anigrina da 31 a 36 grammi dal piombo 6 al 10 caldo e freddo.
Dimmi cose ti serve e ti dico qualche assetto. In questa apertura ho sparato con estrema soddisfazione ad anatre e colombacci bossolo nuovo cheddite T4 cx2000 1,70x33 piombo 7 SG 22 chiusa a 58.00

Ciao
Mauro
 
Freddo asciutto
La parola stessa "anigrina" dovrebbe significare "non influenzata dall'umidita'." Illo tempore, a tordi ed allodole, quando faceve freddo umido usavo le cartucce "Barbara" (che forse i vegliardi fra voi ricordano) e andavano alla grande quando tutte le altre polveri non rendevano.
 
La parola stessa "anigrina" dovrebbe significare "non influenzata dall'umidita'." Illo tempore, a tordi ed allodole, quando faceve freddo umido usavo le cartucce "Barbara" (che forse i vegliardi fra voi ricordano) e andavano alla grande quando tutte le altre polveri non rendevano.
 

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Ah, i ricordi di un tempo che fu....
Cartucce Barbara e il mio Beretta S55B 12/70... Ma non solo le Barbara. Anche le cartucce caricate dall'Armeria Banchetti, vicino Piazza Vittorio. E le sere di Sabato, quando Papa' tornava a casa dopo aver lasciato 4 o 5 pacchi di cartucce comprate ad un'armeria vicino P.zza Re di Roma nel baule della macchina, o Mamma gli avrebbe fatto notare un po' acidamente quanto spendeva per la caccia... E poi la mattina della Domenica ci trovava vicino Nettuno, a caccia di allodole, con la civetta meccanica e i fischietti a bocca. A quell'epoca le allodole non erano ancora laureate in balistica e psicologia umana, e bastava poco per attirarle. A volte potevi fare un pingue carniere soltanto con il macaco sul quale erano attaccati pezzetti di specchietti e che funzionava con una corda che, tirata, lo faceva girare, e la corda si riavvolgeva da sola intorno ad una rotella sotto la testa girante, permettendoti di tirarla e di far girare la testa di nuovo. Se ci sapevi fare, potevi farlo funzionare continuamente. Il trucco era di non lasciarlo mai con la corda completamente srotolata, altrimenti dovevi lasciare il fossetto o le frasche che ti nascondevano e andare a riavvolgere la corda. Poi Papa' compro' un aggeggio a carica con un'elica di metallo cromato. Le tre "pale" dell'elica erano piatte e quando non in uso erano ripiegate e conservate nella scatola del meccanismo a carica. Quando le tiravi fuori le aprivi e le piegavi in modo che ogni pala avesse due pieghe all'ingiu', in modo che i riflessi del sole sulla superficie cromata arrivassero a diverse altezze dal suolo e fossero visibili alle allodole a qualsiasi quota volassero. La carica durava una ventina di minuti. Quante ne ho "fatte," di ingenue lodolette, con quel marchingegno, sulle piane del Tevere, sulla Salaria, in localita' Settebagni. A quei tempi anche le umili pispole che venivano a prendere in giro la civetta, svolazzandole intorno come le mosche intorno al lampadario, emettendo un sottile "Ti! Ti! Ti! finivano appese ai laccioli... E a volte anche una calandra (Papa' le chiamava "calandroni") dal becco rozzo e la gola nera come i passeri maschi aiutava a rimpinguare il carniere.

Tiemp' bell' 'e 'na vota, ma pecche' nun turnate...
 
Ah, i ricordi di un tempo che fu....
Cartucce Barbara e il mio Beretta S55B 12/70... Ma non solo le Barbara. Anche le cartucce caricate dall'Armeria Banchetti, vicino Piazza Vittorio......

Tiemp' bell' 'e 'na vota, ma pecche' nun turnate...
Banchetti ???
Ce l'ho ma di Via Campo Marzio...
 

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Credo che fosse a Via Galilei, ma non ne sono sicuro. Andavo a scuola al S.Maria, e per andare da Banchetti (negozio di sogni e di chimere--ancora ricordo la Colt Python .357 Magnum in vetrina, che a quell'epoca mi sembrava un cannone) attraversavo Viale Manzoni, e andavo verso Piazza Vittorio lungo Via Emanuele Filiberto. Era una traversa di Via Emanuele Filiberto, che andava a sinistra verso Via Merulana. A quell'epoca Banchetti vendeva fucili lisci, carabine, pistole automatiche, revolvers, cartucce per tutto, articoli da pesca, esche (bigattini, lombrichi, formiconi, ecc.). Comunque mi potrei sbagliare. Era nella zona, ma ne sono passati di anni...

Poi a volte andavo a Via Barberini--li' e' dove la mia ex-fidanzata per il mio compleanno mi compro' un Winchester Model 94, .30-30, che poi ci portavamo spesso (carico) dove andavamo a pomiciare in posti remoti sotto il Tuscolo, alla Molara, a Via delle Barrozze prima che ne recintassero il grande castagneto. Gianni 1 li conoscera' bene questi posti. Forse ci andava a pomiciare anche lui...

Oggi le cartucce le ordino su Internet e mi arrivano a casa. Non c'e' poesia. Nelle armerie c'era un festival di odori, dal cuoio delle cartuccere, all'olio dei fucili, all'aroma dei bossoli di cartone. E poi tante cose da vedere e desiderare... E c'erano i soliti anziani oziosi intorno al bancone che pontificavano: "A more', ma che ca220 de cartatucce voi compra'? Che so' 'ste vincestere? Ma comprete la robba itajiana ch'e' fatta pe' l'ucelli itajiani! Ieri so' ito a la Bufalotta, e c'ereno certe lodolone grasse che te cecaveno l'occhi. Co' le Sipe che m'ero caricato da me veniveno giu' stracciate--'gni botta 'na tacca! N'ho fatte trentasette in du' ora! "
Allora mi vergognavo di essere un sedicenne cosi' **** ed ignorante, e compravo le cartucce che il vecchiietto di turno mi consigliava. E poi magari il giorno dopo le spiumate si sprecavano e le allodole andavano un po' malconce a farsi ammazzare da qualcun altro, che doveva poi fare meno fatica a spennarle... E quello mi diceva: "A more', ma che ca220 de cartatucce je spari, a 'ste lodole? Le ****i, ma nun cascheno. Io da quanno so' escite 'ste vincestere cor bossolo de plastica nun compro gnent'antro, e 'gni botta 'na tacca!" Li mortacci der vecchietto all'armeria Banchetti!!!!
 
Credo che fosse a Via Galilei, ma non ne sono sicuro. Andavo a scuola al S.Maria, e per andare da Banchetti (negozio di sogni e di chimere--ancora ricordo la Colt Python .357 Magnum in vetrina, che a quell'epoca mi sembrava un cannone) attraversavo Viale Manzoni, e andavo verso Piazza Vittorio lungo Via Emanuele Filiberto. Era una traversa di Via Emanuele Filiberto, che andava a sinistra verso Via Merulana. A quell'epoca Banchetti vendeva fucili lisci, carabine, pistole automatiche, revolvers, cartucce per tutto, articoli da pesca, esche (bigattini, lombrichi, formiconi, ecc.). Comunque mi potrei sbagliare. Era nella zona, ma ne sono passati di anni...

Poi a volte andavo a Via Barberini--li' e' dove la mia ex-fidanzata per il mio compleanno mi compro' un Winchester Model 94, .30-30, che poi ci portavamo spesso (carico) dove andavamo a pomiciare in posti remoti sotto il Tuscolo, alla Molara, a Via delle Barrozze prima che ne recintassero il grande castagneto. Gianni 1 li conoscera' bene questi posti. Forse ci andava a pomiciare anche lui...

Oggi le cartucce le ordino su Internet e mi arrivano a casa. Non c'e' poesia. Nelle armerie c'era un festival di odori, dal cuoio delle cartuccere, all'olio dei fucili, all'aroma dei bossoli di cartone. E poi tante cose da vedere e desiderare... E c'erano i soliti anziani oziosi intorno al bancone che pontificavano: "A more', ma che ca220 de cartatucce voi compra'? Che so' 'ste vincestere? Ma comprete la robba itajiana ch'e' fatta pe' l'ucelli itajiani! Ieri so' ito a la Bufalotta, e c'ereno certe lodolone grasse che te cecaveno l'occhi. Co' le Sipe che m'ero caricato da me veniveno giu' stracciate--'gni botta 'na tacca! N'ho fatte trentasette in du' ora! "
Allora mi vergognavo di essere un sedicenne cosi' **** ed ignorante, e compravo le cartucce che il vecchiietto di turno mi consigliava. E poi magari il giorno dopo le spiumate si sprecavano e le allodole andavano un po' malconce a farsi ammazzare da qualcun altro, che doveva poi fare meno fatica a spennarle... E quello mi diceva: "A more', ma che ca220 de cartatucce je spari, a 'ste lodole? Le ****i, ma nun cascheno. Io da quanno so' escite 'ste vincestere cor bossolo de plastica nun compro gnent'antro, e 'gni botta 'na tacca!" Li mortacci der vecchietto all'armeria Banchetti!!!!
Troppo belli questi racconti, poi leggendo riesco a sentire nelle orecchie quella cadenza romana che rende tutto più affascinante....Troppo bello, lo so, mi ripeto...se non fossi nato napoletano non ho dubbi volevo essere romano e basta..un abbraccio
 
Troppo belli questi racconti, poi leggendo riesco a sentire nelle orecchie quella cadenza romana che rende tutto più affascinante....Troppo bello, lo so, mi ripeto...se non fossi nato napoletano non ho dubbi volevo essere romano e basta..un abbraccio
E s'i' nun fuss' romano, i' vurria essere napulitano! In realta' sono mezzo--se non napoletano--quasi. Papa' era di Caivano. E a Napoli, Caserta, e dintorni ci andavamo spesso. A Caivano eravamo mezzo imparentati con i Marzano, a quell'epoca proprietari dell'unica farmacia. Il mio "Paradiso" a quell'epoca era Dragoni, non lontano da Piedimonte d'Alife e dal Matese. Ero giovanissimo, ed andavo in giro al "Vallone" sparando alle povere lucertole con un fucilino ad aria compressa. Una volta una guardia campestre, per sfottermi, mi chiese il PdA. Naturalmente non lo avevo, e lui mi disse che mi doveva sequestrare il fucile. Non l'avesse mai detto. Gli saltai addosso (avro' avuto cinque o sei anni), mi arrampicai sui suoi vestiti, e appena arrivato all'altezza giusta gli diedi una scarica di pugni in faccia (con una mano sola, perche' con l'altra mi tenevo aggrappato), mentre con i piedi gli sferravo calci in pancia. Papa' mi dovette strappar via da lui a forza. Tutto fini' in una risata... Lui aveva scherzato. Io no.

Una volta un cacciatore locale, Giuvann' 'o Curnuto (non so come si fosse beccato quel soprannome, perche' non era sposato), tornando dalla caccia con due uccelli ai laccioli, un tordo e un martin pescatore, vedendomi con l'inseparabile fucilino mi sfido' ad una gara di tiro a segno. Mettemmo un bersaglio sulla porta di legno del porcile, e sparammo col mio fucilino, dopo che ebbe scommesso il suo misero carniere. Non mi soffermo sul risultato (immaginabile, visto che a dieci metri colpivo le lucertole in testa 8 volte su dieci), ma ancora ricordo che il tordo era ottimo, ma il povero martin pescatore faceva quasi schifo. Ma lo mangiai lo stesso.

Antonino, figlio di Compare Andrea, il patriarca della famiglia di parenti che ci ospitava nella sua fattoria, spesso mi portava nelle fattorie vicine, e vantava ai fattori la mia mira. Quelli, a vedere il fucilino che credevano fosse un giocattolo, volevano vedere se davvero avessi tale mira. Antonino diceva, "Statt' accuort' ca chist' v'accide 'na gallina a diece metri!" Il fattore, incredulo, rispondeva ridendo, "E verimm' pur' si l'accide." Detto, fatto. Con un piombino nel cervello la gallina si dibatteva per un po' e poi stendeva le zampe. "All'anema 'e chi t'e' muort!" il fattore diceva a Antonino. "Chist' l'ha accisa 'o veramente!"

Bei tempi, buona gente... Caivano non era come e' adesso. L'unico "brigante" che incontrai fu un amico di Papa', Mimillo 'o Brigante. Era un brigante perche' catturave di frodo le quaglie con le reti, attirandole con quaglie che aveva accecato perche' chiamassero in continuazione. Aveva uno stanzone pieno di quaglie accecate, in gabbiette, che lui vendeva ai cacciatori locali che le usavano come richiami. A quell'epoca il Fonofil non era stao ancora inventato. Mi regalo' due quaglie integre, non accecate, che mi portai a Roma e misi in una stanza, una cucina non piu' usata come tale, ma il mio aviario privato, con allodole "scellate" e portate vive a casa da Papa', che io avevo curato e salvato, qualche passero caduto dal nido che io avevo allevato.

Tiemp' bell' 'e 'na vota, ma pecche' nun turnate?
 
Credo che fosse a Via Galilei, ma non ne sono sicuro. Andavo a scuola al S.Maria, e per andare da Banchetti (negozio di sogni e di chimere--ancora ricordo la Colt Python .357 Magnum in vetrina, che a quell'epoca mi sembrava un cannone) attraversavo Viale Manzoni, e andavo verso Piazza Vittorio lungo Via Emanuele Filiberto. Era una traversa di Via Emanuele Filiberto, che andava a sinistra verso Via Merulana. A quell'epoca Banchetti vendeva fucili lisci, carabine, pistole automatiche, revolvers, cartucce per tutto, articoli da pesca, esche (bigattini, lombrichi, formiconi, ecc.). Comunque mi potrei sbagliare. Era nella zona, ma ne sono passati di anni...

Poi a volte andavo a Via Barberini--li' e' dove la mia ex-fidanzata per il mio compleanno mi compro' un Winchester Model 94, .30-30, che poi ci portavamo spesso (carico) dove andavamo a pomiciare in posti remoti sotto il Tuscolo, alla Molara, a Via delle Barrozze prima che ne recintassero il grande castagneto. Gianni 1 li conoscera' bene questi posti. Forse ci andava a pomiciare anche lui...

Oggi le cartucce le ordino su Internet e mi arrivano a casa. Non c'e' poesia. Nelle armerie c'era un festival di odori, dal cuoio delle cartuccere, all'olio dei fucili, all'aroma dei bossoli di cartone. E poi tante cose da vedere e desiderare... E c'erano i soliti anziani oziosi intorno al bancone che pontificavano: "A more', ma che ca220 de cartatucce voi compra'? Che so' 'ste vincestere? Ma comprete la robba itajiana ch'e' fatta pe' l'ucelli itajiani! Ieri so' ito a la Bufalotta, e c'ereno certe lodolone grasse che te cecaveno l'occhi. Co' le Sipe che m'ero caricato da me veniveno giu' stracciate--'gni botta 'na tacca! N'ho fatte trentasette in du' ora! "
Allora mi vergognavo di essere un sedicenne cosi' **** ed ignorante, e compravo le cartucce che il vecchiietto di turno mi consigliava. E poi magari il giorno dopo le spiumate si sprecavano e le allodole andavano un po' malconce a farsi ammazzare da qualcun altro, che doveva poi fare meno fatica a spennarle... E quello mi diceva: "A more', ma che ca220 de cartatucce je spari, a 'ste lodole? Le ****i, ma nun cascheno. Io da quanno so' escite 'ste vincestere cor bossolo de plastica nun compro gnent'antro, e 'gni botta 'na tacca!" Li mortacci der vecchietto all'armeria Banchetti!!!!
Caro Giovanni. Mi hai fatto venire in mente un episodio di tanti anni fa. 1966 o 67. Io ero un giovane studente universitario e frequentavo La Sapienza , abitavo in zona Piazza Bologna con mi nonna e mi zio!
Un giorno mio zio, medico all‘Umberto 1* mi chiede se volevo andare a caccia con lui. Caxxo che si! prese i suoi due fucili, un Franchi cal20 e un Winchester cal 12 a cani interni, più leggero del Franchi. Scusa zi’ ma perché li porti tutti e due? Così spari anche tu! Io? Ma che dici, non ho porto d’armi! Non importa, mi fai da portatore, le cartucce le porto io e quando siamo sul posto te le do.
Per niente convinto di questa affermazione saliamo sulla sua Renault R8 e ci avviamo.
Ricordo che prendemmo la Nomentana verso Palombara Sabina (correggimi se sbaglio)e dopo pochi chilometri giungemmo in una grande pianura dove vi era un castello che era del Principe Brancaccio(così ci disse il pecoraio che stava a gestire un gregge enorme, mai viste tante pecore insieme). C’erano un sacco di insetti, per lo più zanzare di vario tipo e specie che ci giravano intorno al viso, mentre il Pecoraro era indenne. Mi meravigliai della cosa e lui candidamente mi spiega: se devi manna’ via ste zozze devi da fuma‘. Allora fumavo Mercedes,ottima sigaretta , un po’ costosa, ma non me la facevo mancare: una io e una mio zio. Accendiamo ste sigarette e continuiamo a scacciare o meglio tentavamo di scacciare ste malefiche, al che il pecoraio ci chiede cosa stessimo fumando; gli mostro il pacchetto e lui candidamente risponde: con queste nun je fai gnente, devi fuma’ questo. E toglie dalla tasca della sua logora giacca un pacchetto di tabacco “trinciato forte”. Si va beh, lo spaccapolmoni.
Ci allontaniamo dal gregge e incominciamo a vedere qualche uccello; mi zio mi consegna 4 cartucce, mi da qualche spiegazione e proseguiamo io a destra e mio zio a sinistra. Ogni tanto si alzava qualche uccello(per me erano tutti uguali) a circa una trentina di metri e dava l’allarme a tutti gli altri vanificando ogni nostro tentativo di caccia. Sparai le mie 4 cartucce più per sfizio e desiderio di sentire lo sparo che non di ammazzare l’allodola. Ricordo quel pomeriggio con molta tenerezza, contento per l’esperienza, per la fiducia o incoscienza da parte di mio zio per avermi affidato un fucile, deluso un po’ per l’esito della battuta anche se in fondo ero contento di non avere ammazzato nessuna allodola.
Forse sarà stato questo a non farmi diventare cacciatore? Mah!
Rientrati a casa, sorridendo, mia nonna con la sua pacatezza sentenziò: la caccia non fa per voi.
Raccontai a mio padre, vero cacciatore, l’episodio quando rientrai per le vacanze di Natale. Si fece un sacco di risate, non per la mia esperienza negativa, ma per il fratello ovviamente più avvezzo all’uso del fonendoscopio che non del fucile da caccia.
E’ un bel ricordo che mi porto dietro da tanti anni, e ora che sono anziano, ma che anziano, diciamo maturo, ancora mi mette buonumore.
Scusate se ho annoiato, prometto di non farlo piu’.
Giovanni, so che le tue origini sono romane, se non erro, e questo ricordo è un po’ dedicato anche a te. buon pomeriggio
 
E s'i' nun fuss' romano, i' vurria essere napulitano! In realta' sono mezzo--se non napoletano--quasi. Papa' era di Caivano. E a Napoli, Caserta, e dintorni ci andavamo spesso. A Caivano eravamo mezzo imparentati con i Marzano, a quell'epoca proprietari dell'unica farmacia. Il mio "Paradiso" a quell'epoca era Dragoni, non lontano da Piedimonte d'Alife e dal Matese. Ero giovanissimo, ed andavo in giro al "Vallone" sparando alle povere lucertole con un fucilino ad aria compressa. Una volta una guardia campestre, per sfottermi, mi chiese il PdA. Naturalmente non lo avevo, e lui mi disse che mi doveva sequestrare il fucile. Non l'avesse mai detto. Gli saltai addosso (avro' avuto cinque o sei anni), mi arrampicai sui suoi vestiti, e appena arrivato all'altezza giusta gli diedi una scarica di pugni in faccia (con una mano sola, perche' con l'altra mi tenevo aggrappato), mentre con i piedi gli sferravo calci in pancia. Papa' mi dovette strappar via da lui a forza. Tutto fini' in una risata... Lui aveva scherzato. Io no.

Una volta un cacciatore locale, Giuvann' 'o Curnuto (non so come si fosse beccato quel soprannome, perche' non era sposato), tornando dalla caccia con due uccelli ai laccioli, un tordo e un martin pescatore, vedendomi con l'inseparabile fucilino mi sfido' ad una gara di tiro a segno. Mettemmo un bersaglio sulla porta di legno del porcile, e sparammo col mio fucilino, dopo che ebbe scommesso il suo misero carniere. Non mi soffermo sul risultato (immaginabile, visto che a dieci metri colpivo le lucertole in testa 8 volte su dieci), ma ancora ricordo che il tordo era ottimo, ma il povero martin pescatore faceva quasi schifo. Ma lo mangiai lo stesso.

Antonino, figlio di Compare Andrea, il patriarca della famiglia di parenti che ci ospitava nella sua fattoria, spesso mi portava nelle fattorie vicine, e vantava ai fattori la mia mira. Quelli, a vedere il fucilino che credevano fosse un giocattolo, volevano vedere se davvero avessi tale mira. Antonino diceva, "Statt' accuort' ca chist' v'accide 'na gallina a diece metri!" Il fattore, incredulo, rispondeva ridendo, "E verimm' pur' si l'accide." Detto, fatto. Con un piombino nel cervello la gallina si dibatteva per un po' e poi stendeva le zampe. "All'anema 'e chi t'e' muort!" il fattore diceva a Antonino. "Chist' l'ha accisa 'o veramente!"

Bei tempi, buona gente... Caivano non era come e' adesso. L'unico "brigante" che incontrai fu un amico di Papa', Mimillo 'o Brigante. Era un brigante perche' catturave di frodo le quaglie con le reti, attirandole con quaglie che aveva accecato perche' chiamassero in continuazione. Aveva uno stanzone pieno di quaglie accecate, in gabbiette, che lui vendeva ai cacciatori locali che le usavano come richiami. A quell'epoca il Fonofil non era stao ancora inventato. Mi regalo' due quaglie integre, non accecate, che mi portai a Roma e misi in una stanza, una cucina non piu' usata come tale, ma il mio aviario privato, con allodole "scellate" e portate vive a casa da Papa', che io avevo curato e salvato, qualche passero caduto dal nido che io avevo allevato.

Tiemp' bell' 'e 'na vota, ma pecche' nun turnate?
Lei ha vissuto un infanzia e una gioventù in tempi fantastici, dove tutto era sensato, dove il DNA era intriso di cultura rurale. Anche io cominciai con un fucilino ad aria ma ahimè i tempi erano diversi, il naturale corso degli eventi era stato già inquinato dalla mala fede di legislatori che hanno, un pò per ignoranza un pò per tornaconto personale, portato alla fine della cultura rurale. Ahimè naqui nell'anno del Signore 1987, quando muovevo i primi passi in campagna la legge 157/92 era già in vigore da 2 anni....
 
Lei ha vissuto un infanzia e una gioventù in tempi fantastici, dove tutto era sensato, dove il DNA era intriso di cultura rurale. Anche io cominciai con un fucilino ad aria ma ahimè i tempi erano diversi, il naturale corso degli eventi era stato già inquinato dalla mala fede di legislatori che hanno, un pò per ignoranza un pò per tornaconto personale, portato alla fine della cultura rurale. Ahimè naqui nell'anno del Signore 1987, quando muovevo i primi passi in campagna la legge 157/92 era già in vigore da 2 anni....
Chi e' questa signora ("Lei") che ha vissuto un'infanzia e una gioventu' in tempi fantastici? :ROFLMAO: :ROFLMAO: :ROFLMAO:. Va bbuo' che i' tengo cchiu' anne di Matusalemmo e tu si' ancora 'nu gluagliuncello, ma acca' simm' tutt' uguale e 'ste ceremmonie nunn' e facimmo.
Statt' buo'.
 
Chi e' questa signora ("Lei") che ha vissuto un'infanzia e una gioventu' in tempi fantastici? :ROFLMAO: :ROFLMAO: :ROFLMAO:. Va bbuo' che i' tengo cchiu' anne di Matusalemmo e tu si' ancora 'nu gluagliuncello, ma acca' simm' tutt' uguale e 'ste ceremmonie nunn' e facimmo.
Statt' buo'.
Per me è doveroso pormi in un certo modo a prescindere dall'età. Poi aspetto com ansia di essere autorizzato a essere più confidente. Quindi detto questo ti chiedo: come sei finito negli states?
 
Per me è doveroso pormi in un certo modo a prescindere dall'età. Poi aspetto com ansia di essere autorizzato a essere più confidente. Quindi detto questo ti chiedo: come sei finito negli states?
Storia molto lunga. Potrei darne colpa alle donne... Cerchero' di essere succinto (cosa molto difficile per me--come i vecchi frequentatori del forum ben sanno)

Dunque. Finito un lungo fidanzamento con una ragazza di Grottaferrata a causa di una divergenza di opinioni (lei voleva convolare, io no), mi misi con una ragazza tedesca. Colei mi convinse ad andare alla Berlitz School ad imparare il tedesco, poiche' l'inglese gia' lo sapevo, e siccome volevo fare l'assistente di volo con Alitalia, un'altra lingua mi avrebbe reso piu' papabile. Alla Berlitz incontrai una bellissima ragazza americana. Mi misi con lei. Un anno dopo andammo insieme in Germania--senza entrare nei dettagli, bastera' dire che in Germania incontrammo un'altra ragazza americana che era stata all'universita' con la ragazza con la quale ero andato in Germania. Da cosa nacque cosa, e mi fidanzai con quest'ultima. Lei torno' in California, io in Italia, ma continuammo a scriverci e telefonarci. Alla fine mi decisi, feci le valigie e andai in California, il 19 Dicembre 1975. Ci sposammo a Reno, nel Nevada, il 24 Dicembre dello stesso anno. (E siamo ancora sposati, ed in due anni festeggeremo le nozze d'oro). Poi dalla California ci trasferimmo nel Montana, dopo sette anni nel Montana ci trasferimmo in Alaska, e dopo 29 anni in Alaska, nel 2013, ci trasferimmo in Alabama. E acca' song' ancora...
 

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  • Marco @ Marco:
    (AI prompt) Quali sono le 5 migliori polveri da caccia per ricaricare cartucce cal 12?
    Cita
  • Diana (A.I) @ Diana (A.I):
    @Marco, Ecco una selezione delle **5 migliori polveri da caccia** per ricaricare cartucce **calibro 12**, basata su prestazioni, versatilità e affidabilità:

    ### 1. **Vihtavuori N340**
    - **Caratteristiche**: Polvere a combustione progressiva, ottima per caricamenti medio-leggeri.
    - **Vantaggi**: Pulita, stabile e adatta a diverse grammature di pallini.
    - **Utilizzo**: Ideale per cartucce sportive (trap, skeet) e caccia a media distanza.

    ### 2. **Alliant Steel**
    - **Caratteristiche**: Polvere a doppia base, sviluppata per alte pressioni e prestazioni potenti.
    - **Vantaggi**: Eccellente per cartucce con pallini in acciaio (caccia acquatica) o carichi pesanti.
    - **Nota**: Richiede attenzione ai dosaggi per evitare sovrapressioni.

    ### 3. **Hodgdon Longshot**
    - **Caratteristiche**: Polvere versatile per caricamenti medio-alti.
    - **Vantaggi**: Ottima resa balistica, adatta a pallettoni e slug.
    - **Consiglio**: Usata spesso per caccia al cinghiale o selvaggina grossa.

    ### 4. **Winchester 572**
    - **Caratteristiche**: Polvere a combustione rapida, adatta a caricamenti leggeri e medi.
    - **Vantaggi**: Pulizia eccellente e performance costanti, perfetta per cartucce ricreative.

    ### 5. **Reload Swiss RS 50**
    - **Caratteristiche**: Polvere svizzera di alta qualità, a combustione progressiva.
    - **Vantaggi**: Bassa erosione, ottima resa energetica e adattabilità a vari tipi di inneschi.
    - **Ideale**: Per chi cerca precisione e uniformità nei colpi.

    ### **Note Importanti**:
    - **Sicurezza**: Seguire sempre i manuali di ricarica (es. Lyman, Hodgdon) e rispettare i dosaggi.
    - **Leggi**: Verificare la compatibilità con le normative locali (es. polveri per pallini in acciaio in zone umide).
    - **Prove**: Testare piccoli lotti prima di ricaricare in grandi quantità.

    Se cerchi una polvere per uno scopo specifico (es. caccia acquatica, tiro sportivo), posso suggerirti opzioni più mirate!
    Cita
      Diana (A.I) @ Diana (A.I): @Marco, Ecco una selezione delle **5 migliori polveri da caccia** per ricaricare cartucce...
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