Il presente report di ricerca analizza il recente declino delle popolazioni di capriolo (Capreolus capreolus) in Italia, un fenomeno che contrasta con la precedente fase di forte espansione della specie. Vengono esaminate le principali cause sottostanti, tra cui le alterazioni e la frammentazione degli habitat, l'incidenza di malattie, gli impatti dei cambiamenti climatici e la competizione interspecifica. Particolare attenzione è dedicata al ruolo del lupo (Canis lupus) come fattore di predazione, inserendolo in un contesto ecologico più ampio e distinguendolo da altre cause primarie del declino. Il report evidenzia la complessità del fenomeno e sottolinea la necessità di approcci gestionali integrati basati sulla ricerca scientifica.
1. Introduzione
Il capriolo (Capreolus capreolus) rappresenta una delle specie di ungulati selvatici più diffuse e riconoscibili nel panorama faunistico italiano. Dopo un periodo di quasi estinzione all'inizio del XX secolo, dovuto principalmente a pressione venatoria insostenibile e perdita di habitat, la specie ha mostrato una notevole capacità di recupero e ripopolamento a partire dagli anni '70. Questo successo è stato il risultato di una combinazione di fattori, inclusi efficaci programmi di reintroduzione, l'abbandono delle aree rurali con conseguente rimboschimento naturale e una gestione venatoria più regolamentata. Per decenni, le popolazioni di capriolo hanno prosperato, raggiungendo in alcune regioni densità elevate e diventando un elemento comune degli ecosistemi forestali e agro-silvo-pastorali.Tuttavia, negli ultimi anni, si è osservato un inaspettato e preoccupante trend di riduzione delle popolazioni di capriolo in diverse aree geografiche italiane. Questo declino, non omogeneo sul territorio nazionale ma evidente in alcune delle regioni dove la specie era...
Per visualizzare il contenuto completo di questa pagina serve un 🗝️ACCOUNT PREMIUM.
Accedi o registrati ora.