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Lo storno (Sturnus vulgaris) è considerato un passeriforme con notevoli capacità di apprendimento che lo hanno sempre contraddistinto e aiutato nella sopravvivenza. Possiede un eclettico carattere da esploratore. Secondo alcune ricerche, si è stimato che al mondo potrebbero esisterne circa seicento milioni di esemplari. Se ciò fosse confermato, non farebbe altro che testimoniare quanto il suo spirito di adattamento a ogni ambiente e circostanza l’abbia aiutato a espandersi sfruttando, tra l’altro, la vicinanza con l’uomo. Nell’Ottocento la specie è stata introdotta in Australia orientale per combattere gli insetti dannosi all’agricoltura ma, a sua volta, è divenuta un problema in quanto, insediatasi molto bene, è arrivata a contrastare la buona riuscita delle colture dei frutteti. In Italia, la sua presenza è osservata ovunque ma soprattutto, in questi ultimi decenni, nelle città, dove ha fatto registrare un notevole incremento di popolazione, tanto da creare problemi di carattere sanitario in prossimità dei propri dormitori. La sua adattabilità non riguarda solo l’ambiente ma anche la dieta, poiché si nutre di tutto. Onnivoro per antonomasia, si ciba di insetti, semi, avanzi di ogni tipo, bacche e frutti. Insomma, di quello che la stagione, con le sue opportunità, mette a disposizione. Considerato dai biologi un parassita interspecifico si è scoperto che alcune femmine amano far covare le proprie uova ad altri esemplari della stessa specie, riuscendo il più delle volte nell’intento. Ultimamente, alcuni ornitologi americani hanno scoperto che lo storno adotta un sistema efficace per combattere la presenza di acari che infestano il nido. Si tratta della costruzione del nido con erbe antiparassitarie, ossia con proprietà naturali che tengono lontani i parassiti i quali si insediano nei nidi e succhiano il sangue dei piccoli nati favorendone l’indebolimento fisico e la ****. Queste piante con proprietà antiparassitarie contengono elementi “volatili” che bloccano il normale sviluppo degli acari ma non sono tossici per gli uccelli. Una tattica di difesa messa in atto a salvaguardia della prosecuzione della specie. Gli ornitologi che hanno studiato questo comportamento sono giunti alla scoperta che in un nido costruito con erbe senza queste proprietà naturali si è rilevata una presenza di circa ottocentomila acari, al contrario di un nido costruito con erbe aventi proprietà antiparassitarie che contenevano un numero di acari cento volte inferiori. Si è inoltre scoperto che usano lo stesso tipo di pianta dove porre il nido. Questo comportamento è tramandato di generazione in generazione grazie al fenomeno di “reminiscenza del nido” in cui ogni esemplare è cresciuto. Queste abitudini scoperte dai ricercatori appartengono al fenomeno naturale dell’evoluzione che è in continuo sviluppo in una specie come lo storno con caratteristiche di forte adattabilità.