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Quello che molti ancora non capiscono, o non vogliono capire, è che la gestione della caccia in Italia sta prendendo in giro non solo i cacciatori, ma anche i cittadini e persino gli animalisti. Questi ultimi, accecati dall'odio anti-caccia, non si rendono conto che si stanno adottando misure crudeli e anti-scientifiche. Pensate: si permette il prelievo di colombacci proprio durante la loro riproduzione e le cure parentali, ignorando la possibilità di un prelievo venatorio più consistente in un periodo scientificamente sostenibile.

Le cose vanno così nel nostro Paese. Quando è chiaro che le popolazioni eccessive di piccioni e tortore dal collare sono un grave problema per l'agricoltura e la salute pubblica, alcune regioni autorizzano giustamente l'abbattimento di un certo numero di questi animali. La beffa, però, è che questo prelievo indispensabile non è permesso né in pre-apertura, né all'apertura generale della caccia, ma solo dal 1° ottobre! Che logica c'è in tutto questo? Che senso ha?

Come spesso accade, il confine tra incompetenza e malafede è molto sottile. Chi non si è fatto annebbiare la mente dall'ideologia animalista dovrebbe rendersi conto di questo "giochetto al massacro" che alcuni amministratori, supportati da una stampa compiacente, stanno portando avanti. Un gioco che va contro un'attività umana che non può e non deve essere criminalizzata, per il bene dell'ambiente, della biodiversità e dell'intera società.
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