L'agricoltura, da millenni, modella i paesaggi e influenza la vita delle specie che li abitano. Tuttavia, negli ultimi decenni, l'evoluzione verso pratiche agricole sempre più intensive e l'uso massiccio di fitofarmaci hanno generato un impatto profondamente negativo sulle popolazioni di uccelli, sia in Italia che nei loro luoghi di nidificazione all'estero.
Il Passato: Armonia e Biodiversità
In passato, l'agricoltura era caratterizzata da una maggiore eterogeneità del paesaggio. Campi di dimensioni ridotte, policoltura, siepi, fasce tampone, alberi isolati e stagni creavano un mosaico di habitat diversi che fornivano cibo, rifugio e siti di nidificazione per un'ampia varietà di specie animali, inclusi gli uccelli. Le pratiche agricole erano meno invasive: la rotazione delle colture, la concimazione naturale e il controllo biologico dei parassiti permettevano una coesistenza più equilibrata tra attività umane e natura. Molte specie di uccelli, in particolare quelle legate agli ambienti agricoli come allodole, calandre e quaglie, prosperavano in questi contesti. Anche gli uccelli insettivori trovavano abbondanza di cibo grazie alla ricca presenza di insetti.
Il Presente: Intensificazione e Declino
L'avvento dell'agricoltura intensiva, a partire dalla metà del XX secolo, ha rivoluzionato il settore. L'obiettivo primario è diventato la massimizzazione della produzione per ettaro, spingendo all'adozione di monocolture su vasta scala, all'eliminazione di elementi paesaggistici non produttivi (come siepi e margini campo), e all'uso ingente di fertilizzanti chimici e, soprattutto, fitofarmaci (pesticidi, erbicidi, fungicidi).
In Italia, come in molti altri paesi europei e non, questo ha portato a un drastico declino delle popolazioni di uccelli. Studi recenti evidenziano una diminuzione delle popolazioni di uccelli in Europa di circa il 25% negli ultimi 40 anni, con una percentuale che raggiunge quasi il 60% per le specie legate agli ambienti agricoli. In Italia, dal 2000, le popolazioni di uccelli nelle aree agricole sono diminuite del 30%, e nelle pianure, dove l'agricoltura intensiva è più diffusa, il calo supera il 50%.
Aspetti Negativi dell'Agricoltura Intensiva e dei Fitofarmaci
I principali impatti negativi si manifestano su più fronti:
- Perdita e Degrado dell'Habitat di Nidificazione: L'eliminazione di siepi, boschetti, aree incolte e corsi d'acqua canalizzati riduce drasticamente i siti adatti alla nidificazione e al riparo. Le monocolture creano paesaggi uniformi e poveri di diversità, inadatti a molte specie che necessitano di una varietà di ambienti per nutrirsi e riprodursi.
- Riduzione delle Risorse Alimentari: I fitofarmaci, in particolare gli insetticidi, decimano le popolazioni di insetti e altri invertebrati, che costituiscono la base alimentare per un'ampia gamma di uccelli, soprattutto durante la stagione riproduttiva quando i pulcini necessitano di un elevato apporto proteico. Anche gli erbicidi, eliminando le erbe spontanee, riducono la disponibilità di semi, importanti per molte specie granivore.
- Contaminazione Diretta e Indiretta: Gli uccelli possono ingerire direttamente semi trattati con pesticidi, subendo avvelenamenti acuti o effetti subletali che ne compromettono la riproduzione, il comportamento e la sopravvivenza. La contaminazione può avvenire anche indirettamente, attraverso l'ingestione di prede contaminate (bioaccumulo) o l'esposizione a residui di fitofarmaci nell'acqua e nel suolo. Questo è particolarmente grave per i rapaci e altri uccelli predatori che si trovano al vertice della catena alimentare.
- Effetti sulla Riproduzione e Successo Riprodotto: L'esposizione ai pesticidi può influenzare negativamente la fertilità, la schiusa delle uova e la sopravvivenza dei nidiacei. Alcune sostanze possono alterare l'equilibrio ormonale, portando a malformazioni o a comportamenti riproduttivi anomali.
- Frammentazione del Paesaggio: L'espansione delle aree agricole intensive porta alla frammentazione degli habitat naturali rimanenti, isolando le popolazioni di uccelli e rendendole più vulnerabili.
L'uso di prodotti fitosanitari ha effetti specifici a seconda del tipo di coltura e della regione, influenzando in modo diverso le comunità di uccelli e altri animali selvatici.
- Colture di Tabacco in Umbria: Sebbene le ricerche specifiche sull'impatto diretto dei fitofarmaci sugli uccelli nelle colture di tabacco in Umbria siano limitate, è noto che la coltivazione del tabacco è storicamente associata a un uso intensivo di pesticidi. Questi prodotti, inclusi insetticidi e fungicidi, possono avere effetti letali o subletali sugli uccelli, sia per ingestione diretta di semi trattati o prede contaminate, sia per alterazioni dell'habitat e riduzione delle risorse alimentari. Gli studi generali sui pesticidi in agricoltura indicano che i biocidi possono minacciare gli impollinatori e avere effetti negativi su uccelli e mammiferi.
- Meleti e Vitigni nel Nord Italia: Le colture frutticole e vitivinicole, in particolare nel Nord Italia, sono spesso caratterizzate da un elevato impiego di fitofarmaci per proteggere i raccolti da malattie e parassiti. Diversi studi hanno evidenziato come l'ecotossicità dei pesticidi convenzionali utilizzati in meleti e vigneti sia significativamente più alta per organismi non bersaglio come api, uccelli e lombrichi rispetto alle sostanze utilizzate in agricoltura biologica. Le popolazioni di uccelli insettivori, che svolgono un ruolo cruciale nel controllo naturale dei parassiti, sono particolarmente colpite dalla riduzione delle loro prede a causa degli insetticidi. La ricerca ha dimostrato che le comunità di uccelli nidificanti in frutteti biologici presentano una maggiore abbondanza, ricchezza di specie e diversità rispetto a quelli convenzionali. Anche la prossimità di aree semi-naturali attorno ai vigneti può ridurre la pressione dei pesticidi e i relativi impatti ambientali.
- Grano nel Sud Italia: Le vaste aree coltivate a grano nel Sud Italia, spesso caratterizzate da monocolture estensive, sono soggette all'uso di erbicidi e insetticidi. Gli erbicidi riducono la disponibilità di semi di piante infestanti, una fonte alimentare importante per molte specie di uccelli granivore e per i pulcini. Gli insetticidi, invece, diminuiscono la popolazione di insetti, essenziali per gli uccelli insettivori. La semina di sementi trattate con pesticidi rappresenta un rischio diretto per gli uccelli che le ingeriscono, come dimostrato per il fringuello comune esposto a semi di grano invernale trattati con fludioxonil. La creazione di paesaggi omogenei e la perdita di diversità vegetale riducono anche i siti di nidificazione e rifugio, contribuendo al declino generale degli uccelli legati alle aree agricole.
L'Impatto dei Fitosanitari sulle Acque e sulla Fauna Selvatica che si Abbevera
Un aspetto critico e spesso sottovalutato dell'impatto dei fitosanitari riguarda la contaminazione delle risorse idriche e le sue conseguenze sulla fauna selvatica che da esse dipende per abbeverarsi. I pesticidi applicati nei campi agricoli possono raggiungere fossi, canali, stagni e fiumi attraverso diverse vie:- Deriva (drift): Il vento può trasportare le particelle di pesticida lontano dall'area di applicazione, facendole depositare in corpi idrici adiacenti.
- Ruscellamento (runoff): Durante eventi piovosi, i pesticidi disciolti nell'acqua o adsorbiti alle particelle di suolo possono essere trasportati via dal ruscellamento superficiale, finendo nei corsi d'acqua. Questo è particolarmente problematico su terreni in pendenza o con scarsa capacità di assorbimento.
- Lisciviazione: I pesticidi possono percolare attraverso il suolo e raggiungere le acque sotterranee, che a loro volta possono alimentare fiumi e stagni.
- Negligenza degli operatori: Spargimenti accidentali durante la preparazione delle miscele, il riempimento degli irroratori o la pulizia delle attrezzature possono portare a una contaminazione diretta e concentrata delle acque.
- Avvelenamento diretto: Gli animali che si abbeverano da acque contaminate possono ingerire dosi letali o subletali di pesticidi. Anche basse concentrazioni, se assunte cronicamente, possono causare problemi riproduttivi, neurologici, ormonali e comportamentali.
- Danno agli organismi acquatici: I pesticidi sono tossici per pesci, anfibi e invertebrati acquatici. La loro eliminazione o riduzione compromette l'intera catena alimentare acquatica, influenzando anche gli uccelli e i mammiferi che si nutrono di questi organismi. Ad esempio, la scomparsa di insetti acquatici a causa degli insetticidi priva molte specie di uccelli insettivori di una fonte di cibo essenziale.
- Bioaccumulo e biomagnificazione: Alcuni pesticidi persistenti possono accumularsi nei tessuti degli organismi acquatici e poi biomagnificarsi lungo la catena alimentare. Ciò significa che i predatori, come i rapaci piscivori o gli uccelli che si nutrono di anfibi, possono accumulare concentrazioni molto più elevate di pesticidi rispetto agli organismi alla base della catena, subendo effetti gravi e a lungo termine.
- Alterazione dell'habitat acquatico: L'eutrofizzazione causata dall'eccesso di nutrienti (spesso associato all'uso di fertilizzanti che finiscono nelle acque) può portare alla proliferazione di alghe e alla creazione di "zone ****" per la mancanza di ossigeno, rendendo gli habitat acquatici inadatti alla vita.
Aspetti Positivi (se ce ne sono..)
Trovare aspetti positivi diretti dell'agricoltura intensiva per le popolazioni di uccelli è complesso, in quanto la maggior parte degli studi evidenzia un impatto negativo. Tuttavia, in alcuni contesti specifici e per alcune specie generaliste, si possono individuare situazioni in cui l'agricoltura può offrire opportunità, seppur limitate e spesso involontarie:- Creazione di Habitat Alternativi (per alcune specie): In alcuni casi, specifiche tipologie di agroecosistemi, come le risaie, i canali di drenaggio agricoli o i sistemi di irrigazione, possono creare habitat acquatici che beneficiano alcune specie di uccelli acquatici, come anatre e trampolieri.
- Aumento delle Popolazioni di Specie Generaliste: Mentre le specie specializzate e insettivore subiscono un declino, alcune specie generaliste, più adattabili e con diete variegate, possono occasionalmente vedere le loro popolazioni aumentare, sfruttando le risorse (ad esempio, scarti di colture) disponibili negli ambienti agricoli.
- Incentivi per la Conservazione (potenziali): L'agricoltura moderna, pur con i suoi impatti, ha anche generato una maggiore consapevolezza ambientale. Programmi di agro-ambiente, se ben implementati e incentivati, possono promuovere pratiche agricole più sostenibili, come l'agricoltura biologica, la creazione di fasce ecologiche e il mantenimento di aree non coltivate, che possono favorire la biodiversità, inclusi gli uccelli. L'agricoltura biologica, in particolare, ha dimostrato di avere effetti più positivi sulla ricchezza e l'abbondanza degli uccelli, specialmente nelle regioni dove l'agricoltura convenzionale è più intensiva.
L'evidenza scientifica è chiara: l'agricoltura intensiva e l'uso indiscriminato di fitofarmaci rappresentano una delle principali minacce per le popolazioni di uccelli in Italia e a livello globale. Il passaggio da un'agricoltura eterogenea e integrata a un modello di monocoltura su larga scala e ad alto input chimico ha alterato profondamente gli equilibri ecologici, portando a un declino preoccupante della biodiversità avicola.
Per invertire questa tendenza, è fondamentale promuovere un cambio di paradigma nell'agricoltura, orientandosi verso modelli più sostenibili e rispettosi dell'ambiente. Questo include:
- Riduzione dell'uso di fitofarmaci: Incentivare l'agricoltura biologica e pratiche di gestione integrata dei parassiti.
- Aumento della biodiversità del paesaggio agricolo: Reintrodurre siepi, fasce tampone, alberi, aree umide e policolture.
- Sostegno economico agli agricoltori: Fornire incentivi e formazione per l'adozione di pratiche agricole sostenibili e "amiche degli uccelli".
- Ricerca e monitoraggio: Continuare a studiare l'impatto dell'agricoltura sugli uccelli per sviluppare strategie di conservazione efficaci.
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