Cari amici cacciatori,
Sono qui, tra una battuta e l'altra, a condividere con voi una delle mie più grandi passioni: le beccacce. Non c'è nulla che mi accenda come il fischio delle ali di una regina del bosco che si alza in volo, o la ferma decisa del mio ausiliare. Questa non è solo caccia, è un'arte, una danza tra uomo, cane e natura.
Parliamoci chiaro: senza un buon cane da ferma, la caccia alla beccaccia è come un pranzo senza sale. Il binomio cacciatore-cane è l'essenza di questa pratica. Ogni mattina, prima ancora di allacciare gli scarponi, guardo i miei ausiliari: l'energia che sprigionano, la voglia di bosco che traspare dai loro occhi. Non sono solo strumenti, sono compagni, amici leali che condividono con noi la fatica, la gioia e a volte la delusione.
La cinofilia venatoria per la beccaccia richiede una preparazione meticolosa. Parlo di addestramento, sì, ma anche di conoscenza profonda della razza, del carattere di ogni singolo soggetto. Il setter inglese, il pointer, il breton... ogni razza ha le sue peculiarità, ma tutti devono avere quella scintilla, quella passione innata per la cerca e la ferma. Un buon beccacciaio sa che il cane non è un robot: ha bisogno di stimoli, di fiducia, di essere compreso e valorizzato. Lavorare con il proprio cane, capirne i limiti e esaltarne le qualità, è una delle soddisfazioni più grandi.
E non dimentichiamo l'importanza della genetica. Un buon cucciolo, figlio di genitori con spiccate qualità venatorie, ha già una marcia in più. Certo, l'addestramento è fondamentale, ma partire da basi solide fa la differenza. Parlo di linee di sangue che hanno dimostrato nel tempo, resistenza, ferma solida e un riporto naturale. Non è solo questione di pedigree, ma di attitudine, quella scintilla innata che rende un cane un vero campione.
La caccia alla beccaccia non è per tutti. Richiede pazienza, conoscenza del...
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