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Apro questa discussione perchè da cacciatore autodidatta spesso e volentieri mi sono trovato un po' in imbarazzo di fronte questa pratica che taluni consigliano di svolgere nell'immediatezza, tal'altri consigliano di posticiparla (specie per beccacce e beccaccini).
Quando ero piccolo ho il vago ricordo di mio nonno che dopo le giornate che trascorrevamo ad allodole ultimava la procedura in maniera velocissima con un dito (ma ripeto è un ricordo molto vago), non ho memoria di tagli o di aperture addominali.
Personalmente dopo aver distrutto i primi fagiani qualche anno fa (aperti in due come si fa con i vitelli), sono giunto ad una tecnica molto simile a quella che si usa per il pesce (taglio sull'addome dall'ano allo sterno e da quella incisione porto via il tutto spingendomi fino al collo dove ho praticato già un altro taglio. Dopo di che lavo sotto l'acqua corrente e lascio ad asciugare in un luogo fresco.
Voi come vi regolate?
 
Re: Starnare la selvaggina di piuma

IMG_20171201_063846.jpg

Hai mai provato con un attrezzo del genere chiamato "starnatore"?
Apri il selvatico prima di spiumarlo!?
Con questo sistema puoi fare prima e lasciare il selvatico anche un paio di giorni in frigo per poi custodire.
Quello che conta è togliere prima le budella.
 
Re: Starnare la selvaggina di piuma

Questo sistema dello starnatore, possibile anche con un pezzetto di fil di ferro o un rametto con una spina finale ficcato nell'ano lo eseguo solo in estate o è molto caldo, in inverno non cè bisogno a meno che la rosata non abbia evidentemente colpito forte il ventre, ma si fa solo su animali dalla quaglia in su.
 
Re: Starnare la selvaggina di piuma

Vedi l'allegato 71079

Hai mai provato con un attrezzo del genere chiamato "starnatore"?
Apri il selvatico prima di spiumarlo!?
Con questo sistema puoi fare prima e lasciare il selvatico anche un paio di giorni in frigo per poi custodire.
Quello che conta è togliere prima le budella.
Ecco, proprio a tal proposito, ricordo che quando mio nonno faceva "a mano" mio zio, un po' schifato a dire il vero, mi diceva dell'esistenza dello starnatore, ma, mi domando e dico, questo non le rompe le budella?
Ovviamente l'apertura la compio solo dopo aver spiumato la selvaggina.
 
Re: Starnare la selvaggina di piuma

È un lavoro di alta tecnologia [3].
Scherzi a parte, mia nonna faceva con un bastoncino, con questo, infilandolo via anale per poi ruotarlo di mezzo giro a modo di mezza luna e tornando indietro, estrai le interiora lentamente, ci vuole un po' di pratica ma ci si riesce senza rovinare niente.
 
Re: Starnare la selvaggina di piuma

e dopo averle starnate quindi non le lavate con acqua corrente le carcasse?

- - - Aggiornato - - -

e dopo averle starnate quindi non le lavate con acqua corrente le carcasse?
 
Re: Starnare la selvaggina di piuma

Io di solito non starno animali al di sotto di anatra fagiano colombaccio...
pratica che adotto per i mesi caldi della caccia.
Esiste il coltellino con lo starnatore come quello in foto,ma a volte non avendolo con me ho usato un filo di ferro a uncino rovesciato o una bastoncino di legno di adeguata misura con all'estremità un appendice che serve da gancio per estrarre l'interiora.
 
Re: Starnare la selvaggina di piuma

Anche io starno gli animali solo nei primi giorni di apertura e solo dal colombaccio in su.I metodi già sono stati detti tutti.Io però lo faccio in maniera "SPARTANA",due dita nell'ano se si tratta di volatili e via.Lepre e coniglio faccio un taglio dall'ano allo sterno e tolgo via budella e intestino.
 
Re: Starnare la selvaggina di piuma

Secondo me la starnatura deve essere effettuata se uno magari non ha tempo di pulire in giornata il selvatico e lo vuol fare il giorno dopo o anche due, dopodiché è ovvio che anche una volta starnato dovrai poi spiumarlo, aprirlo, pulirlo per bene e sciacquarlo prima di riporlo nel congelatore.
 
Re: Starnare la selvaggina di piuma

Anche io starno gli animali solo nei primi giorni di apertura e solo dal colombaccio in su.I metodi già sono stati detti tutti.Io però lo faccio in maniera "SPARTANA",due dita nell'ano se si tratta di volatili e via.Lepre e coniglio faccio un taglio dall'ano allo sterno e tolgo via budella e intestino.
Per quanto riguarda la lepre faccio esattamente lo stesso (dopo ovviamente averla scuoiata), per i volatili in effetti anche, ma ricordavo il metodo delle due dita praticato da mio nonno e, siccome lo faceva mio nonno, doveva essere sicuramente il modo giusto :D.
Esiste il coltellino con lo starnatore come quello in foto,ma a volte non avendolo con me ho usato un filo di ferro a uncino rovesciato o una bastoncino di legno di adeguata misura con all'estremità un appendice che serve da gancio per estrarre l'interiora.
Per quanto riguarda lo starnatore, oggi con un colombaccio ho provato esattamente il metodo del fil di ferro dolce opportunamente smussato, ma comunque qualche lacerazione si è prodotta, niente di non risolvibile con una buona lavata per carità, ma ricordo di aver visto quasi sempre uscir fuori il budello intatto.
Forse è opportuno mettere qualcosa di morbido in punta all'uncino?
 
Nel Montana, dove di starne ne prendevo tante (anche fino a 80 all'anno), queste le starnavo dopo aver completato il limite di carniere di 6 capi. Usavo un ramoscello, scegliendone uno bifido e spezzando una delle due ramificazioni quasi alla base per ottenere un uncino. lo infilavo nella cloaca e agganciavo le budella. Poi le tiravo fuori piano piano. Quando arrivava lo stomaco allargavo il foro col dito e lo tiravo fuori. Il resto lo lasciavo fino a dopo la spennatura, quando poi tagliavo l'addome dalla cloaca allo sterno. Poi asciugavo la cavita' addominale con carta da cucina, rimuovendo i grumi di sangue. Non usavo acqua. Poi, prima della cottura, strofinavo l'interno degli uccelli con fogli di carta da cucina intrisi nel brandy.
Facevo lo stesso con fagiani ed anatre. Lepri e conigli prima li "pisciavo" premendo il basso addome per spremere la vescica, poi li sventravo tagliando l'addome dall'inguine allo sterno. I cervi adesso prima li trasporto a casa (solo tre km), poi li appendo per le zampe posteriori divaricate, li spello, poi li sventro e scarto tutto meno fegato, cuore e milza. Poi con il caucciu' lavo bene con acqua fredda sia l'interno che l'esterno. Poi taglio il cervo a pezzi (cosce, spalle, costati e lombi, piu' ritagli vari). Mia moglie poi lava bene ogni pezzo, lo avvolge in un asciugamano da bagno, e lo mette in frigo. Qualche giorno dopo, quando sono ben asciutti (gli asciugamani ne succhiano l'acqua e il frigo li dissecca un po'), li taglio a bistecche, spezzatini, arrosto, macinato, ecc.. Poi macino i pezzi destinati a polpette o ragu', impacchetto sottovuoto, e surgelo tutto. I tacchini, visto che dopo l'abbattimento distano solo 5 minuti da casa, li porto a casa, li spenno, e poi li sventro, tagliando l'addome da cloaca a sterno e sotto il collo per liberare l'esofago e la trachea. poi piano piano tiro fuori gli intestini, attento a non lacerare il fegato. poi infilo la mano nella cavita', tiro fuori stomaco, fegato, reni, testicoli e polmoni e lavo bene dentro e fuori a lungo con acqua fredda. Uso soltanto fegato, cuore e stomaco. In Italia le budella di beccacce e beccaccini non ho mai avuto il coraggio di mangiarle. Scolopacidi, tordi, merli, fringuelli e lodole non li starnavo. Quando poi era il momento di cucinarli le interiora venivano buttate via tutte, meno il cuore, che lasciavo attaccato.
 
I gallinacei li eviscero il prima possibile, anche a dicembre. Uso il dito, perché con starnatori, bastoncini e caxxi vari può accadere che qualche brandello d'intestino rimanga all'interno della cavità addominale, appestando poi tutto l'animale. Il tatto è il tatto ...anche se non è certo pratica gradevole. La lepre mi capita così di rado che quando ho necessità, la lascio a mio fratello che la sistema in tre minuti. Il resto non l'ho mai starnato, tranne ovviamente poco prima di finire sui fornelli o sullo spiedo. Le beccacce, ovviamente ... vabbè, lo sappiamo tutti...
Un saluto.
 

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